Rassegna Sindacale ha accompagnato la storia del nostro Paese, dagli anni della ricostruzione fino a quelli incerti che stiamo attraversando. Gli anni che vanno 1955 (anno in cui Rassegna inizia le pubblicazioni) al 1962 (anno in cui Lavoro cessa le pubblicazioni) sono per l’Italia e per il sindacato anni ricchissimi di avvenimenti che Rassegna Sindacale ha raccontato attraverso gli occhi dei protagonisti realizzando uno strumento non solo per i lavoratori ma dei lavoratori, vicino ai territori, alle fabbriche, ai vari luoghi di lavoro e aggregazione.

La storia di Rassegna è una storia fatta di alti e bassi, corsi e ricorsi, legata a doppio filo a quella della Cgil fin dal dicembre 1955, mese in cui il giornale vede la luce nel periodo che prepara il IV Congresso della Confederazione (Il saluto di Di Vittorio al Congresso e ai lavoratori, «Rassegna Sindacale», 29 febbraio 1956) dopo la sconfitta nelle elezioni per le commissioni interne alla Fiat.

Neanche un anno dopo, il 23 ottobre 1956 a Budapest un largo corteo popolare di solidarietà con la rivolta di Poznań, in Polonia, degenera in scontri tra polizia e dimostranti. La notte stessa il governo, presieduto dagli stalinisti Gerö e Hegedüs, viene sciolto. La formazione del governo Nagy non impedisce il divampare della rivolta nella capitale e nel resto del paese.

Il 27 ottobre, di fronte alla decisione dei sovietici di intervenire militarmente in Ungheria, la segreteria della Cgil assume una posizione di radicale condanna dell’invasione destinata a stroncare nel sangue la domanda di democrazia e di partecipazione reclamata dalla rivolta operaia e popolare ungherese e sostenuta dal governo legittimo di Imre Nagy. La condanna non è soltanto dell’intervento militare: il giudizio è netto e investe tanto i metodi antidemocratici di governo di quelle società, quanto l’insufficienza grave dello stesso movimento sindacale di quei paesi.

Sul n. 20-21 del 1956 di Rassegna viene pubblicato il documento di condanna della Cgil: è uno dei passaggi più complicati nei rapporti tra sindacato e partiti della sinistra (Le dichiarazioni della Cgil  sui fatti di Ungheria, «Rassegna Sindacale», 31 ottobre - 15 novembre 1956).

Il 3 novembre 1957 muore a Lecco Giuseppe Di Vittorio (L’annuncio della Cgil; L’appello ai lavoratori).

Nel trigesimo della morte Rassegna Sindacale dedica un intero numero alla commemorazione del segretario, pubblicando scritti e discorsi di Giovanni Leone, Giuseppe Rapelli, Louis Saillant, Pietro Nenni, Luigi Russo, Fausto Gullo, Luigi Allegato, Ferruccio Parri e Riccardo Lombardi («Rassegna Sindacale», n. 21-22, 15-30 novembre 1957: copertina; sommario).

Un numero monografico a Di Vittorio dedicato viene pubblicato anche in occasione del primo anniversario della scomparsa («Rassegna Sindacale», n. 9-10, ottobre-novembre 1958: copertina; sommario).

Il 1960 è uno dei momenti critici nella storia d’Italia: fine della guerra e sconfitta del fascismo risalgono a soli quindici anni prima, la vita democratica si è fatta strada tra ricostruzione, lotte sociali, contrasti politici. In un momento di forti trasformazioni produttive, in una situazione sociale e politica tesa, la formazione di un governo democristiano con l’appoggio esterno del Movimento sociale italiano viene da molti percepita come l’orientarsi della classe di governo e del mondo industriale nuovamente verso istanze fasciste. Ai rapidi mutamenti del sistema produttivo negli anni del pieno boom economico ed alle forze lavoratrici e sindacali che rivendicano con forza crescente condizioni di lavoro e di vita migliori, le forze padronali e politiche rispondono con un inasprimento degli atteggiamenti autoritari. Dieci giorni che hanno scosso il paese titolerà Rassegna del luglio-agosto 1960, annunciando trionfalmente: Abbiamo sconfitto i fascisti e Tambroni.

Il 24 dicembre 1960 gli elettromeccanici milanesi trascorrono in piazza il loro Natale per ottenere la firma del contratto integrativo di settore. Un vertenza durissima fatta di scioperi aziendali e manifestazioni nazionali che sul numero 37 del gennaio 1961 racconteranno Luciano Lama e Piero Boni (Dopo la grande lotta nel settore dell’elettromeccanica).

Se la prima immagine apparsa sul giornale è datata 1958 (anniversario della scomparsa di Di Vittorio), nel 1961 compare il primo inserto pubblicitario a colori. Tema: i viaggi nei paesi dell’Est europeo, viaggi collettivi e individuali, di lusso e in classe turistica. Nel gennaio 1962, all’interno del “Fuori testo” di Ando Gilardi L’evoluzione della siderurgia compare, per la prima volta nel giornale, la fotografia.

Nei numeri successivi la rubrica Fuori testo si istituzionalizza e Ando Gilardi racconterà I trasporti collettivi nel tempo, la Piccola storia delle telecomunicazioni e della posta, Il lavoro della terra, Perché insorge la Spagna.

Il 18 dicembre 1962 un comunicato ufficiale della Segreteria confederale spiegherà ai lettori: «Cari lettori con questo numero «Lavoro» cessa le sue pubblicazioni. Siamo certi che molti tra voi e particolarmente i più anziani accoglieranno con senso di profondo rincrescimento questa notizia. Dalla Liberazione ad oggi «Lavoro» ha portato tra voi la viva voce del sindacato unitario, delle sue lotte, delle sue conquiste e delle sue dure battaglie per la vostra emancipazione, per il vostro elevamento del tenore di vita, per il rispetto delle libertà democratiche e sindacali, per l’attuazione della Costituzione repubblicana .... Oggi però, gli sviluppi della situazione sindacale nel nostro paese, i compiti nuovi che stanno di fronte al sindacato, esigono un nuovo e diverso strumento di orientamento, di dibattito, di chiarimento della politica della Cgil e di guida all’azione. Tali compiti dovranno essere assolti da Rassegna Sindacale che sarà trasformata in quindicinale» (leggi il comunicato).

Rassegna, ideata fin dal principio come uno strumento di comunicazione interno all’organizzazione, diventerà a quel punto la sede privilegiata dell’analisi e del dibattito per la ricostruzione del sindacato, una testata elaborata e scritta soprattutto da sindacalisti, tagliata su un modello di comunicazione prevalentemente testuale più che iconografico su argomenti di tipo sindacale.

Ilaria Romeo è responsabile dell'Archivio storico Cgil nazionale