“Siamo pronti a partire col piede giusto per arrivare a un contratto innovativo che punti a un nuovo protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori per migliorare i servizi ai cittadini”. È questo lo spirito con cui la Funzione pubblica Cgil partecipa oggi (mercoledì 8 novembre) a Roma, alle ore 9.30 presso la sede dell’Aran (in via del Corso 476), alla ripresa della trattativa sul rinnovo del contratto delle funzioni centrali, assieme alle categorie di Cisl e Uil. Per venerdì 10 novembre, alle ore 10, è già in calendario il vertice per il rinnovo del contratto della sanità pubblica e privata.

“Vogliamo rinnovare i contratti in tempi certi e celeri, soprattutto vogliamo rinnovarli bene”. Così la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino, che sempre oggi partecipa al Teatro Auditorium Manzoni di Bologna al primo Attivo interregionale convocato in vista dei rinnovi, alla presenza di circa mille delegati (il prossimo è previsto per giovedì 9 novembre a Roma, con i delegati della sanità pubblica e privata). Obiettivi della Fp in questa trattativa, aggiunge Sorrentino, sono “la restituzione della titolarità alla contrattazione, in particolare modo a quella decentrata, il recupero di tanti anni di legislazione punitiva della legge Brunetta, la nuova determinazione di un equilibrio tra legge e contratto, la costruzione di avanzamenti in termini di diritti”.

Entrando nel dettaglio, i sindacati chiedono “un aumento del salario per non meno di 85 euro mensili e l’affermazione di relazioni sindacali più forti che ristabiliscano la superiorità del contratto sulla legge, rilanciando la contrattazione in tutti i posti di lavoro e il ruolo delle Rsu”. L’impegno della Funzione pubblica Cgil è anche orientato “al miglioramento delle condizioni di lavoro, con più diritti per le lavoratrici e i lavoratori, su temi quali le ferie, la malattia e i permessi retribuiti; al superamento del precariato, insieme al rafforzamento delle tutele; alla valorizzazione del lavoro, con un nuovo sistema di classificazione in grado di riconoscere l’esperienza e apprezzare le professionalità di tutte e tutti”.

Il nuovo contratto delle funzioni centrali
Interessa quasi 240 mila lavoratori e disciplina le aree negoziali in precedenza appartenenti ai ccnl ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. “Il ccnl del nuovo comparto – sostiene Florindo Oliverio, capo area contrattazione Funzioni centrali Fp Cgil – ricopre un ruolo fondamentale per dotare il Paese di una pubblica amministrazione efficace ed efficiente, che sappia rappresentare un’eccellenza nel garantire i diritti dei cittadini e nel soddisfacimento dei bisogni delle imprese”. Per la Fp Cgil è prioritario “fare delle politiche del personale e del reclutamento un piano strategico di sviluppo qualitativo delle proprie risorse, ponendosi l’obiettivo di reclutare le migliori professionalità messe a disposizione dal sistema scolastico e universitario e formarle agli obiettivi e alla mission istituzionale”. Il nuovo contratto, dunque, dovrà prevedere “apposite sezioni speciali in grado di cogliere le specificità della condizione lavorativa relativa ai comparti confluiti”.

Iniziamo dalla parte economica. Per le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil vi è la necessità “di riconoscere aumenti retributivi sullo stipendio tabellare sulla base delle risorse definite dall’accordo del 30 novembre 2016, per un ammontare a regime di 85 euro”. Il nuovo ccnl, inoltre, dovrà tutelare e valorizzare la contrattazione integrativa (ai diversi livelli di ente, amministrazione e posto di lavoro): la richiesta sindacale è che i fondi per la contrattazione decentrata “siano destinati, in misura prevalente, alle incentivazioni per la produttività”.

Capitolo importante della piattaforma è quello sull’aggiornamento dell’attuale sistema di relazioni sindacali, definendo ambiti e materia di contrattazione diversificati e non sovrapponibili tra primo e secondo livello. “Il contratto a tempo indeterminato e a tempo pieno deve tornare a essere la forma contrattuale normale” spiegano, avvertendo che nel contempo “il ccnl dovrà definire istituti finalizzati al massimo utilizzo di forme di flessibilità come part time, telelavoro, smartworking, per conciliare tempi di vita e di lavoro2.

L’attuale ordinamento professionale necessita di una profonda revisione, spiegano i sindacati, una revisione imposta dai cambiamenti dei processi di lavoro dell’ultimo decennio, che hanno acuito il fabbisogno di nuove figure professionali. “Occorre definire una puntuale mappatura dei fabbisogni professionali, superando una diffusa inadeguatezza organizzativa e tecnologica degli uffici” spiegano le categorie del pubblico impiego: “In più, dovranno strutturarsi procedure di crescita professionale, con il ricorso a procedure riservate, al personale già in servizio, dei posti di area superiore, nella misura del 20 per cento delle facoltà assunzionali, a seguito della definizione dei piani di fabbisogno triennale di personale, e ancora con il ricorso alla riserva del 50 per cento dei posti oggetto di reclutamento dall’esterno”.

Altro capitolo è quello della nuova struttura della retribuzione, dove si rende necessario il riconoscimento dell’esperienza e della professionalità acquisita, oltre che lo sviluppo di sistemi di valutazione delle competenze. Sulla classificazione, si confermano tre aree d’inquadramento professionale. “Nel disegnare il nuovo ordinamento – osserva ancora Oliverio –, la nostra proposta tiene conto delle differenti realtà afferenti ai tre ccnl confluenti e interviene su tre aspetti centrali del rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione: organizzazione, produttività e retribuzione”. Tre parti che vanno considerate come “integranti di un processo che vede nello sviluppo delle relazioni sindacali partecipative lo strumento da cui dipende l’innovazione organizzativa e il miglioramento della qualità dei servizi e della produttività del lavoro”.