Venerdì 8 novembre sciopero nazionale di 24 ore per tutti i lavoratori dei porti. Lo confermano le segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, sottolineando che “le motivazioni risiedono principalmente nella fase di stallo in cui il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale si è venuto a trovare con le posizioni dalle nostre controparti, a oltre dieci mesi dall’inizio della trattativa, che rimangono distanti”.
“Ci rifiutiamo – spiegano unitariamente le tre organizzazioni sindacali – di 'contrattualizzare' elementi che possano snaturare l’impianto originario che, da tutta la comunità portuale nazionale, è stato fino ad oggi considerato un fattore importante per il rilancio dell’economia portuale fin dal 2000 e che dovrà esserlo anche per il futuro". Con lo sciopero i sindacati dicono no anche al "tentativo di smembramento dell’impianto regolatorio della legge sui porti 84/94 che produrrebbe effetti devastanti sull’organizzazione del lavoro e sul mercato delle imprese a spese dei lavoratori dei porti. Serve, invece, il consolidamento – chiedono i sindacati - del modello di organizzazione del lavoro che vede la propria centralità nelle imprese autorizzate ai sensi dell’articolo 18 della legge 84 e nell’articolo 17, l’ unico soggetto al quale i terminalisti possono fare ricorso per lo svolgimento di lavoro portuale temporaneo".
I sindacati chiedono anche la definitiva soluzione al problema legato alla "irragionevole estensione ai dipendenti delle autorità portuali di norme riferite ai dipendenti pubblici". Su questi temi, sottolineano infine Filt, Fit e Uilt, "abbiamo impegnato il governo e il Parlamento presentando specifici emendamenti, chiedendo risposte concrete, efficaci e condivise per uscire dalla crisi economica il più rapidamente possibile e per i porti in quanto fattore moltiplicatore per l’economia e l’occupazione del paese”.
Porti, 8/11 sciopero unitario
6 novembre 2013 • 00:00