Per la lotta all’amianto servono più strumenti: dalle bonifiche ai bonus fiscali per i privati, dalla creazione di nuove discariche alla continuità da assicurare alla sorveglianza sanitaria, fino alla garanzia di accesso al Fondo amianto per le vittime civili. È un vasto programma quello messo a punto dall’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e da Cgil, Cisl e Uil del Piemonte, in un protocollo d’intesa siglato nei giorni scorsi. In Piemonte la questione dell’amianto è un’emergenza: i siti contenenti la fibra-killer sono 87 mila (e il 70 per cento di questi ne è contaminato), il numero dei decessi è il più alto d’Italia (il 18 per cento del totale nazionale).

Al primo punto dell’accordo vi sono le bonifiche. Al governo le parti chiedono l’immediata applicazione del Piano nazionale amianto (che prevede appunto bonifiche e interventi sugli aspetti sanitari e di tutela sociale), mentre sollecitano la Regione a deliberare il Piano regionale amianto 2015-2020 (dando ampio spazio a bonifiche e a misure di prevenzione anche nei luoghi di lavoro). Entrando più in dettaglio, le parti chiedono di rendere disponibili le risorse da destinare alle bonifiche, in primo luogo quelle dei Fondi strutturali 2014-2020 (come già previsto dal decreto 91/2014). Anci e sindacati propongono anche di escludere dal Patto di stabilità le risorse che i Comuni metteranno a disposizione degli interventi. Sempre su questo tema, si chiede di dare priorità a scuole e ospedali, mentre per i privati si suggerisce un provvedimento (con incentivi e facilitazioni) che impegni i proprietari alla rimozione dell’amianto.

“Nel 2014 abbiamo realizzato con Cisl e Uil un’assemblea regionale sull’amianto, che ha prodotto una piattaforma unitaria indirizzata alle istituzioni, con la quale ponevamo l’esigenza di affrontare in modo serio e organico la questione” spiega la segretaria della Cgil Piemonte Laura Seidita: “Da lì è partito un confronto con l’Anci nazionale, visto che sono soprattutto i Comuni a farsi carico del problema, che vede ora la realizzazione di questo primo traguardo”. Primo punto dirimente per la Cgil è “l’esecuzione delle bonifiche, da realizzarsi con l’utilizzo dei Fondi strutturali, dando la priorità a scuole e ospedali”. Altro aspetto importante è “il bonus fiscale per i privati che decidono di rimuovere l’amianto: molti di loro, non sapendo come fare e avendo pure alti costi di smaltimento, buttano i residui in discariche abusive, creando così ulteriori danni all’ambiente”. Ultimo punto significativo è “l’istituzione – conclude Seidita – nei Comuni medio-grandi di Sportelli Amianto, con personale qualificato pubblico e col sostegno dei nostri patronati: un modo per dare informazioni alla cittadinanza, ma anche per portare la cultura della prevenzione e della sicurezza anche nelle case private”.

In Piemonte vi è una considerevole mancanza di discariche, tanto è vero che oltre il 60 per cento dell’amianto bonificato viene esportato all’estero. L’Anci, in particolare, si impegna a individuare discariche idonee, oltre alle tre presenti (Casale Monferrato, Barricalla a Grugliasco, Ekosater a Cameri), con l’obiettivo di colmare la carenze di infrastrutture per la ricezione dell’amianto. Nei Comuni più grandi, inoltre, Anci e patronati sindacali si impegnano a realizzare degli Sportelli Amianto, in grado di fornire le informazioni necessarie per la rimozione e lo smaltimento dell’asbesto.

Anci e sindacati si impegnano anche a fare massa critica su una serie di obiettivi. Si va dall’emanazione di un bonus fiscale per la rimozione dell’amianto (che preveda il recupero del 65 per cento in tre anni, alla stregua del “bonus arte”), al dare “certezza e continuità agli interventi di sorveglianza sanitaria attiva, ai centri di cura specialistici e alla ricerca delle cure per malattie da asbesto”; dall’accesso al Fondo amianto a beneficio delle vittime civili da patologie asbesto-correlate, al favorire “il diritto al pensionamento per i soggetti con diagnosi di mesotelioma”. Le parti, infine, intendono promuovere con il sistema bancario la creazione di strumenti finanziari ad hoc per coloro che intendono compiere operazioni di bonifica, e sostenere la costituzione di un Fondo destinato ai meno abbienti che possa essere alimentato dal gettito dell’Iva provenienti dalle bonifiche.