“Al nuovo piano industriale Whirlpool per il 2019-2021 mancano molte risposte”. Questo il primo commento della Fiom all’incontro di verifica dell'accordo del 2015 che si è concluso nella tarda serata di giovedì 17 maggio a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico. I metalmeccanici della Cgil, pur apprezzando la presentazione del piano (che rappresenta “una prima importante risposta alla preoccupazione diffusa tra i lavoratori, i delegati e le organizzazioni sindacali sul futuro degli stabilimenti”), non hanno certo nascosto la propria insoddisfazione. Il confronto tra governo, azienda e sindacati è stato aggiornato a venerdì 6 luglio.

La Fiom, dunque, non ha condiviso il piano presentato da Whirlpool. Molti sono stati i temi aperti nel vertice, dalle reindustrializzazioni di Albacina (Ancona) e Teverola (Caserta) allo specifico dei volumi dei vari stabilimenti. Ma a suscitare le maggiori perplessità è soprattutto il fatto “che è previsto il ricorso alla cassa integrazione e alla solidarietà oltre la scadenza del 31 dicembre 2018. Una condizione necessaria per mettere in sicurezza occupazione, salario, produzioni, ma che l'attuale normativa italiana non garantisce ai lavoratori. Il confronto su questo tema dovrà proseguire dopo l'insediamento del nuovo governo”. Alla concessione di ulteriori ammortizzatori sociali, infatti, è legata la gestione degli esuberi, che la Whirlpool ha individuato in 792 unità, di cui 623 nella produzione e 169 negli uffici centrali, distribuiti in tutti i siti italiani (tranne che in quello varesino di Cassinetta).

I metalmeccanici Cgil chiedono a Whirlpool “una risposta adeguata sui volumi produttivi in tutto il gruppo, tutele per le funzioni impiegatizie e produzioni aggiuntive per garantire la specializzazione dell’impianto di Comunanza (Ascoli Piceno)”. Nel corso del vertice l'azienda ha illustrato la situazione nei vari stabilimenti italiani in relazione a investimenti realizzati, volumi previsti e conseguenti livelli occupazionali. “Una situazione problematica, a causa delle difficoltà di mercato, dei volumi produttivi per tutti gli stabilimenti”, conclude la Fiom: “Difficoltà che interessano anche i centri direzionali del gruppo a causa dei ritardi nell’integrazione tra Indesit e Whirlpool in Emea, e che non ha permesso di completare il percorso condiviso con il piano industriale 2015-2018”.

Una visione diversa dell’incontro, invece, offre la Whirlpool. “L'azienda è fiduciosa che il proprio rinnovato assetto industriale, insieme a una solida strategia commerciale e di investimenti in innovazione, permetteranno di consolidare la propria leadership in un mercato globale in espansione”, scrive la multinazionale in una nota. “In questo contesto – aggiunge il comunicato – l'azienda auspica un confronto continuo e positivo con le parti sociali, il governo e le istituzioni locali affinché possano continuare a essere valutati attentamente tutti gli strumenti di sostegno all'impresa e al lavoro necessari all'implementazione del piano industriale”. Whirlpool, infine, sottolinea di avere “già effettuato investimenti in processi, prodotti, ricerca e sviluppo in Italia per oltre 400 milioni di euro su un totale di 500 milioni previsti entro la fine dell'anno. È stata inoltre completata la riorganizzazione dei sei siti industriali, a ciascuno dei quali è stata assegnata una missione specifica e sostenibile”.