Da ieri, a Torino, saracinesche inspiegabilmente abbassate nel negozio Peyrano di corso Vittorio Emanuele 76. Un cartello parla di “ristrutturazione”: ieri i due dipendenti (su tre) che lavoravano nella storica bottega da quasi trent'anni sono stati licenziati, ricevendo ieri mattina la lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. I lavoratori (autista/fattorino e pasticcera) si sono rivolti alla Flai Cgil che hanno impugnato il licenziamento. Lo afferma il sindacato, in una nota.
Già a settembre, e poi nuovamente a novembre 2016, il sindacato aveva sollecitato la Jacopey Srl al pagamento delle retribuzioni arretrate ai dipendenti, ferme all'agosto 2016, sottolineando la mancata volontà della proprietà di dare rassicurazioni sullo stato reale della situazione finanziaria.
Negli ultimi anni la vita della storica pasticceria torinese, già fornitrice di cioccolato per la Casa Reale, è stata piuttosto travagliata: nel 2002 la società passa di mano alla famiglia Maione di Napoli, ma otto anni dopo l'azienda fallisce e nel 2011 i Peyrano riescono a rientrarne in possesso, rilevando il marchio dall'asta giudiziaria.
Prima del fallimento l'organico era di 23 dipendenti. Il progetto imprenditoriale per rilanciare l'azienda, nel 2011, parlava di “nuovi mercati, nuovi prodotti, nuova politica redistributiva, maggiore apertura verso nuovi accostamenti tra il cioccolato, spezie o liquori particolari”.
“Purtroppo il progetto non è mai partito - afferma Walter Ranieri, della Flai Cgil di Torino – non solo a causa della crisi e dell'andamento del mercato, ma sono mancati un marketing efficace, efficiente e una produzione mirata che potrebbero ancora evitare la chiusura definitiva del laboratorio di corso Moncalieri, dove lavorano otto dipendenti”.
“Non si capisce perchè – sottolinea ancora Ranieri - i due dipendenti licenziati non possano essere ricollocati all'interno del laboratorio di corso Moncalieri, dove peraltro vengono utilizzati interinali e pensionati”.