La Griggio Spa di Reschigliano Campodarsego (Padova) è l’ennesima azienda storica del padovano, con circa 60 dipendenti che rischia di chiudere per colpa della crisi finanziaria e di una situazione economica e gestionale difficilmente recuperabile. In una nota, la Fiom Cgil di Padova, la Fim Cisl di Padova-Rovigo e la Rsu, che incontreranno l'azienda lunedì 18 giugno, denunciano come "dopo numerosi incontri, trattative sindacali e diverse promesse da parte della proprietà, l’azienda non è stata in grado di risollevarsi dalla crisi finanziaria, nonostante le richieste di riduzione dei super minimi dei lavoratori, con la proposta di girarli in welfare, e le oltre 20 dimissioni volontarie raggiunte".

"Per anni - continuano i sindacati - l’azienda ha fatto uso di ammortizzatori sociali con relativa perdita di reddito da parte dei lavoratori. L’unica soluzione portata avanti con determinazione in questi anni è stata l’abbassamento dei salari che, secondo la proprietà, avrebbe dovuto mantenere in vita l’azienda, idea malsana che Rsu e organizzazioni sindacali hanno sempre respinto con forza. Inoltre ad oggi i lavoratori aspettano ancora il pagamento di una o due mensilità inevase dall’azienda".

Allo stato odierno delle cose i sindacati chiedono che il risanamento passi attraverso "un piano industriale credibile per le banche" che venga "rafforzato dalla presenza di partner esterni". "È inoltre necessario - aggiungono - che l’organizzazione del lavoro diventi fluida e attenta, con l’obbligo di pagamento dei lavoratori ad ogni fine mese. Tutte richieste formulate con la consapevolezza che, nonostante tutto, la produzione continua ad essere attiva e gli ordini presenti, anche se a mancare sono, per assurdo, i materiali per la costrizione delle macchine che i clienti hanno già ordinato e in parte anticipato".

I lavoratori di Griggio spa, sono fortemente preoccupati per il loro futuro, anche in ragione di voci non smentite che vedono l’azienda essere entrata in contatto con una multinazionale tedesca, ma nessuna comunicazione ufficiale è ancora arrivata a nessuno di loro, lasciandoli nell’incertezza. "I lavoratori pretendono immediati chiarimenti e rassicurazioni da parte della proprietà sul futuro dell’azienda e dei loro posti di lavoro - concludono Fiom, Fim e Rsu - E per questo è necessario che la proprietà presenti il tanto annunciato piano industriale di sviluppo con il pieno mantenimento degli investimenti e dell’occupazione con l’eventuale partecipazione di questi nuovi soci che possano far ripartire questa azienda".