“Si conferma la volontà dei lavoratori di non accettare l'attuale situazione. Nei prossimi giorni proseguiranno le iniziative indette dalle Rsu di altre fabbriche in attesa dell'esito del confronto di Cgil, Cisl e Uil con il governo”. A dirlo è Loris Scarpa, segretario generale della Fiom di Padova, dopo che ieri (14 novembre) alcune aziende della provincia hanno rilanciato la protesta “contro le disposizioni aprioristiche del governo su lavoro e pensioni”.

Le agitazioni alla Carraro Drive Tech Spa di Campodarsego, alla Komat’su di Este e alla Pavan di Galliera Veneta sono state indette unitariamente dalla Rsu Fiom e Fim e hanno coinvolto il 100% dei dipendenti delle prime due e circa l'80% degli operai della terza azienda. I lavoratori hanno scioperato durante i loro turni e hanno fatto volantinaggio coinvolgendo le persone in transito, che hanno risposto con solidarietà alla situazione di disagio.

Al centro della protesta c'è il fatto che l'industria metalmeccanica non sembra rientrare nell'elenco delle mansioni gravosi, condizione che permetterebbe ai lavoratori precoci di andare in pensione con 41 anni di contributi. “La manovra economica del governo – prosegue la Fiom padovana – non farà che aumentare le disuguaglianze. Non è accettabile che il governo continui sulla strada della riforma Monti-Fornero, non trovando spazio nella manovra per la pensione di garanzia per i giovani, sempre più soggetti a lavori discontinui e a bassa retribuzione. Inoltre – conclude la nota – non è più rinviabile il blocco dell'adeguamento dell'aspettativa di vita previsto nel 2019, necessario per giungere definitivamente a un principio di flessibilità e di equità del sistema previdenziale”.