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“I rappresentanti locali della multinazionale svizzera mi hanno assicurato di voler ritirare la loro decisione che, prima di ogni altra cosa, presentava tratti di disumanità inammissibili”. A dirlo è il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che ha rivolto i suoi “auguri ad Antonio Forchione, l'operaio ingiustamente licenziato dalla Oerlikon Graziano di Rivoli”. Sembra dunque chiuso il caso. L'uomo, rientrato in fabbrica dopo diversi mesi per un trapianto di fegato, aveva scoperto di essere stato licenziato perché impossibilitato a svolgere la mansione precedente all'operazione.
Una prima risposta era arrivata già ieri, con due ore di sciopero proclamate da Fim, Fiom e Uilm. “Non è pensabile che in un'azienda che occupa circa 700 addetti non ci sia una mansione adatta al lavoratore rientrato dopo un trapianto – ha commentato Edi Lazzi della Fiom Cgil, che parla di adesione molto elevata allo sciopero –. Ci auguriamo che l'azienda riveda la decisione e che prevalga il buon senso, in caso contrario il licenziamento verrà impugnato”.
Sulla vicenda è intervenuto duramente anche Cesare Damiano. Il presidente della commissione Lavoro della Camera parla di "un gesto riprovevole, che non ha alcuna possibile spiegazione, se non quella di un tipo di gestione aziendale irresponsabile". "Nel licenziare Antonio Forchione, al quale va tutta la mia vicinanza e la mia solidarietà - afferma Damiano - la Oerlikon (questo il nome dell'azienda, ndr) ha dimostrato di non tener conto dei più elementari diritti dei lavoratori. Ci auguriamo dunque che l'azienda ritorni sui suoi passi e si sforzi di trovare una soluzione adeguata alle attuali condizioni fisiche del lavoratore, dal momento che quello dell'azienda è in questo caso un comportamento discriminatorio".
“Alla Oerlikon Graziano è ora di voltare pagina”. Così il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, ricordando che “da mesi chiediamo un piano industriale, l'azienda risponde con i licenziamenti. Per di più ingiustificati, vergognosi e discriminatori, come quelli recenti di Torino (licenziamento di un lavoratore appena rientrato da un trapianto di fegato), di Bari (dove è stato colpito un delegato Fiom che aveva denunciato la violazione del diritto individuale alle pause fisiologiche) e di Cuneo”. Landini chiede dunque che l'azienda “li ritiri, convochi il coordinamento sindacale unitario e presenti un piano industriale capace di garantire, attraverso i necessari investimenti, occupazione e attività industriale degli stabilimenti italiani”.