“Per partecipare non bisogna essere della Cgil o identificarsi per forza in qualche partito. Scendiamo in piazza per i valori democratici della Costituzione e della libertà”. A dirlo è il segretario confederale della Cgil Rossana Dettori lanciando dai microfoni di RadioArticolo1 un appello in vista della manifestazione nazionale che si terrà il prossimo 17 giugno in piazza San Giovanni a Roma per protestare contro il ritorno dei voucher sotto mentite spoglie. “A ogni cittadino – spiega – deve essere garantito il voto e la libertà, il che vuol dire reddito, partecipazione e diritti. Altrimenti siamo o schiavi nel lavoro, oppure soggetti che devono subire passivamente parlamenti e governi non eletti che decidono al posto nostro”.

A suo giudizio, l'iter che sta portando alle nuove forme di buoni-lavoro, abrogati poche settimane fa per evitare il referendum proposto dalla stessa Cgil, è inaccettabile. “Oltretutto – osserva Dettori – se uno legge il testo si rende conto che è quello vecchio peggiorato in alcune parti”. In ogni caso, “il problema è la democrazia. Siamo di fronte a una lesione vera nel rapporto tra Stato e cittadini se il governo viola palesemente l'articolo 75 della Costituzione. E tutto questo pare che al Parlamento non interessi, perché continuano il dibattito senza rendersi conto che stanno davvero violando il patto democratico fra istituzioni e cittadini nella vicenda che ha portato la Camera ad approvare con la fiducia l'emendamento al disegno di legge di aggiustamento dei conti pubblici che reintroduce i voucher”.

 

“È preoccupante – insiste Dettori – che il governo e il Parlamento si dotino di norme antidemocratiche per evitare il voto dei cittadini. Tutti dovremmo riflettere sul fatto che la Cgil ha raccolto 3 milioni e 300mila firme in calce ai tre quesiti referendari e ora governo e Camera reintroducono i voucher senza nemmeno un abbozzo di confronto con il sindacato. Si conferma così una sorta di fastidio per i corpi intermedi, si palesa una voglia vera di annullarli”.

Si intreccia a questo il tema della legge elettorale. “Se si andrà al voto anticipato – conclude la dirigente sindacale – c'è di nuovo una lesione della democrazia, perché un potere esterno è in grado di decidere tempi e sorti del governo. Lo trovo inaccettabile. È vero che bisogna andare al voto vista l'illegittimità del Parlamento, ma lo si deve fare con una legge che rispetti la volontà dei cittadini i quali devono poter decidere nel proprio seggio elettorale. Non è un dettaglio, perché gli eletti poi sono tenuti a confrontarsi con chi li ha scelti, anziché rispondere al partito o all'aggregazione che li ha portati in Parlamento”.

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