L’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, per discutere dei licenziamenti imposti da Nokia Siemens Networks, si era concluso con un mancato accordo: cassa integrazione straordinaria a zero ore (ossia l’anticamera dei licenziamenti) era ciò che l’impresa chiedeva ai sindacati di avallare. Due giorni dopo, a Cassina de Pecchi, si è tenuta un’affollata e tesa assemblea per discutere con i lavoratori dei motivi del mancato accordo e il “che fare”.

"Lì, si sono confrontate due opzioni – ricorda la Fiom di Milano – assolutamente inconciliabili. La prima, quella di chi chiedeva al sindacato di riaprire il confronto sulla base del piano di ristrutturazione presentato dall’impresa, di chinare la testa e accettare la cassa a zero ore, ossia i licenziamenti posticipati. La seconda, quella di chi per mesi ha scioperato e manifestato perché il sito di Cassina de Pecchi non si trasformasse in un’area dismessa, ed era determinato a continuare la lotta. Quell’assemblea ha segnato il punto di svolta. Il giorno dopo l’impresa ha informalmente riaperto la trattativa".

Il risultato è un accordo che prevede la cigs a rotazione (garantisce che nessun lavoratore venga lasciato a casa per un intero anno), la mobilità volontaria e incentivata e il sostegno al reddito (300 euro lordi per i primi due mesi di cassa, poi un’integrazione che garantisce l’80 per cento del reddito, fino a un massimale di 1.600 euro mensili netti). In sintesi: Nokia Siemens Networks è stata costretta a fare marcia indietro.

"Per quanto ci riguarda – rileva la Fiom milanese –, a sconfiggere il devastante piano dell’impresa è stata la determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi mesi hanno scioperato e manifestato, quelli che nell’assemblea del 18 ottobre anche di fronte all’imminente arrivo delle lettere di licenziamento hanno espresso la loro volontà di proseguire la lotta. L’accordo, che verrà formalmente firmato al ministero dello Sviluppo economico il 29 ottobre e andrà poi 'gestito' con la partecipazione attiva dei lavoratori, è un passaggio importante. L’obiettivo era e resta il mantenimento e il riavvio delle attività produttive a Cassina, perché nessuno venga in futuro licenziato e per riportare al lavoro chi è già stato estromesso".