“E’ arrivato il momento che l'Unione europea si prenda le sue responsabilità, che affronti con serietà e determinazione la questione dei flussi migratori – dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi.
“I migranti che erano su quel peschereccio scappavano da guerra, carestia, fame e vedevano nell'Europa una nuova casa in cui avere finalmente una vita dignitosa. E questo accade continuamente”.

“A seguito della strage del 3 ottobre 2013 era partita l'operazione Mare Nostrum, che con tutti i suoi limiti ha provveduto a salvare molte vite. Il governo Italiano ha, però, deciso di concluderla perché eccessivamente dispendiosa, nonostante fosse consapevole del fatto che l'operazione Triton dell'agenzia Frontex, iniziata nel novembre 2013, seppur con coinvolgimento di molti stati europei, non fosse una soluzione adatta alla gestione dei flussi. Ci chiediamo a questo punto: risparmiare dalla chiusura di Mare Nostrum vale di più di una, dieci, centinaia di vite umane?"

"È compito di tutti gli stati membri dell'Unione europea mettersi a disposizione perché le politiche migratorie e di accoglienza cambino una volta per tutte, nella direzione della tutela dei diritti umani – aggiunge Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari.
“È necessario che si costruiscano corridoi umanitari per strappare ai trafficanti di esseri umani le tante vite che finiscono nel nostro mare e l'Unione europea deve prendersi carico, in modo condiviso tra tutti gli stati, dell'accoglienza di chi arriva sulle coste del vecchio continente."
“Come Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari crediamo sia importante che la società civile e le istituzioni si mobiliti affinché non ci siano più stragi come questa. Parteciperemo convintamente a tutte le iniziative che verranno messe in atto”.