Dal 1° gennaio al 31 luglio di quest'anno si sono registrate, in provincia di Napoli, 14 morti sul lavoro. Di queste, 6 sono avvenute nel settore dell'edilizia. È quanto rileva, in una nota, il segretario generale della Fillea partenopea, Ciro Nappo. Nello stesso periodo, a livello nazionale, le morti bianche sono state 375, rispetto alle 385 (-2,6%) dei primi sei mesi dello scorso anno.

"Nella nostra provincia gli omicidi bianchi in edilizia sono il 42,86% del totale – sottolinea il dirigente sindacale –. Morti assurde, che non trovano alcuna giustificazione, e che purtroppo ci confermano che si è superato ogni livello di guardia, sia sul versante del degrado produttivo che dell'illegalità. È insopportabile per un Paese civile accettare l’idea di morire per lavorare. I responsabili di questi 'omicidi' siano prontamente assicurati alla giustizia senza alcuna titubanza. C'è sempre una responsabilità che determina le condizioni dell'incidente. Bisogna attrezzare e potenziare gli enti di controllo e prevenzione, bisogna rendere esemplari le repressioni. Occorre contrastare ogni forma di flessibilità, in un settore dove ritmi e carichi di lavoro aumentano sempre di più, dove si afferma una polverizzazione produttiva e aumenta in maniera esponenziale il tasso di rischio sulla pelle dei lavoratori".

"Chiediamo al prefetto Pantalone – conclude Nappo – di convocare subito un tavolo di confronto con tutti gli enti preposti. È necessario un impegno immediato, straordinario ed eccezionale che costringa gli ispettori del lavoro, la procura della repubblica, le forze dell’ordine e le Asl per quanto di rispettiva competenza, a un'opera di prevenzione efficace".