"Quanto affermato dal ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, a margine del congresso nazionale dei giovani musulmani in corso a Lignano, relativamente all'identificazione dei detenuti all'interno delle carceri piuttosto che far scontare una seconda pena all'interno dei centri', costituisce, secondo il segretario generale del Silp Cgil, Daniele Tissone, "una misura quantomai necessaria e in linea con le norme e le circolari vigenti".

Secondo Tissone, le strutture dei centri hanno dato risultati del tutto inefficaci in relazione al contrasto all'immigrazione irregolare considerato che meno della metà delle persone all'interno dei Cie è stata, ad oggi, effettivamente, rimpatriata.

A suo giudizio, nelle more di una radicale revisione della materia in ambito legislativo che porti alla definitiva chiusura dei Cie, "si rende necessaria - da subito - una diminuzione del periodo di permanenza evitando, altresì, che, uno straniero senza documenti, dopo aver scontato la sua pena in carcere sconti un ulteriore periodo di detenzione presso il Cie in attesa di identificazione; situazioni che, se non affrontate seriamente, conclude il sindacalista, rendono "quantomeno critiche le condizioni all'interno dei citati centri."