"Chi osa dire che si devono affondare i barconi sta dicendo che si può sparare sulle persone". Cosi il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel suo intervento dal palco della manifestazione 'Fermiamo la strage' che si è tenuta a Roma sabato 20 giugno. "Serve la risposta dell'accoglienza e potremo definire l'Europa grande solo se è in grado andare in Libia a costruire i corridoi umanitari. Non si possono uccidere le persone nel Mediterraneo perchè‚ si voltano le spalle a quanto sta accadendo”

In piazza sabato scorso con Cgil, Cisl e Uil, le associazioni cattoliche, il volontariato, le tante realtà che lavorano e operano spesso in silenzio. Una piazza per dire al paese che un altro racconto di questa vicenda è possibile, che l'Italia ha forze, risorse, politiche e culturali da mettere in campo per frenare questa ondata di di razzismo inaccettabile.

La mobilitazione, indetta nella giornata internazionale del rifugiato, è stata l'occasione per ribadire, come si legge nell'appello, che “l'Europa deve costruire una risposta di pace, di convivenza, di democrazia, di benessere sociale ed economico, ispirandosi al principio di solidarietà e abbandonando le politiche securitarie, dell'austerità, degli accordi commerciali neolibertisti, di privatizzazione dei beni comuni. L'Europa deve investire sul lavoro dignitoso, sulla giustizia sociale, sulla democrazia e sulla sovranità dei popoli. L'Europa siamo noi. Noi dobbiamo fare l'Europa sociale solidale”.

"Bisogna smettere lo scaricabarile e affrontare i problemi, ripartendo dal fatto che coloro che
abbandonano Paesi in guerra sono innanzitutto persone che vanno salvaguardate” ha ammonito, come riportano le agenzie di stampa, il segretario generale della Cgil. “Bisogna fare una grande attenzione perchè‚ il fatto che un Paese come l'Ungheria preveda la possibilità di costruire muri ci dice quale profondissima crisi sta attraversando l'Europa. Dal tema della Grecia a quello dei rifugiati noi da europeisti convinti, vediamo una crisi straordinariamente profonda e ne vediamo tutti i rischi. Il nostro primo obiettivo deve essere che l'Europa non si infranga sugli scogli di Ventimiglia".

Quanto al nostro paese, per la Cgil l'errore più grande è continuare a gestire gli sbarchi con la logica dell'emergenza: "È evidente, dicono a Corso d’Italia, che così si è dato spazio al malaffare. Non ci sono le regole, soprattutto su come cercare e gestire i centri di accoglienza. Inoltre si sottovaluta il ruolo delle comunità locali: manca la capacità di programmare, di mettere in campo una proposta di accoglienza che coinvolga le comunità. Questo ci consentirebbe, tra l'altro, di chiedere maggiore impegno e solidarietà al resto dell'Europa”.