“Per ridurre il divario sociale ed economico tra Nord e Sud chiediamo una modifica delle politiche per il Mezzogiorno, un cambiamento che deve trovare il suo fondamento in un intervento sistemico orientato soprattutto agli investimenti pubblici e all'occupazione. Si prosegue, invece, con una linea d'intervento ormai consolidata. Non è più demandabile un cambiamento di impostazione”. È il commento della Cgil sul decreto legge Sud espresso dalla segretaria confederale Gianna Fracassi.

Una continuità di merito e di metodo” per la dirigente sindacale, secondo cui “si ricorre nuovamente alla decretazione d'urgenza, con un percorso limitato di ascolto e discussione parlamentare”. “Nel metodo - sottolinea - non cambia il segno delle politiche viste finora sullo sviluppo economico, non solo meridionale, principalmente orientate all’offerta, al sostegno all’impresa e alle agevolazioni di natura fiscale”.

Riguardo all'istituzione delle Zone economiche speciali, la segretaria confederale sostiene che “potrebbe essere una misura importante che la nostra organizzazione ha, da tempo, sollecitato ma a condizione che prevedano investimenti aggiuntivi, la definizione di indirizzi strategici di sviluppo e una governance partecipata con le rappresentanze dei territori e delle parti sociali”.

Inoltre - conclude Fracassi - andrebbero estesi i criteri per l'individuazione delle Zes e favorite la quantità e la qualità degli investimenti per evitare possibili effetti di dumping interno”.