“Chi come me, e con me molti altri, ha sostenuto nel Comitato centrale della Fiom l’inopportunità di ricorrere alla Giustizia civile, rispetto alla violazione dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 verificatasi in occasione dell’accordo separato sul contratto dei metalmeccanici del dicembre 2012, non può certo essere soddisfatto o compiaciuto per l’esito avverso che il ricorso stesso ha adesso avuto”. Inizia così il testo della dichiarazione rilasciata oggi da Gianni Venturi, della Fiom nazionale.

“Tuttavia – prosegue Venturi –, sarebbe sbagliato far finta che non sia successo nulla. Erano infatti, già allora, sufficientemente chiare le titolarità dell’accordo del 28 giugno, come era sufficientemente chiara la natura politico-sindacale dei nodi che si presentavano”.

“Per questo, a un preoccupato giudizio sulla reale esigibilità degli accordi interconfederali, oggi deve seguire la presa d’atto che il ricorso giudiziale non può continuare a essere la via maestra da percorrere per mettersi alle spalle una stagione di divisioni, di accordi separati, di oggettivo peggioramento delle condizioni materiali di vita e di lavoro dei metalmeccanici”.

“Bisogna investire, anche con la manifestazione di sabato prossimo, sul fatto che l’accordo sui temi della rappresentanza e della democrazia definito il 30 aprile tra Cgil, Cisl e Uil diventi rapidamente un accordo con Confindustria e con le altre associazioni di impresa”.

“Solo questa pre-condizione può aprire la strada a una legislazione di recepimento e di sostegno che renda inequivocabilmente esigibili gli accordi e riconosca il diritto dei lavoratori a validare i contratti nazionali”.

“La pratica negoziale unitaria, come dimostrato anche ieri con il rinnovo del contratto delle cooperative metalmeccaniche – conclude Venturi –, continua a essere l’unica modalità che consente di rappresentare e tutelare al meglio gli interessi dei lavoratori. Lo dovrebbero riconoscere anche Fim e Uilm”.