“Vegas dovrebbe dare le dimissioni e procedere al ricambio, di errori ne ha fatti più d'uno”. A dirlo è il segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale ai microfoni di RadioArticolo1, mettendo in fila almeno tre errori della gestione Consob, autorità finita nel mirino ancora una volta dopo la trasmissione Report di ieri sera. “Il primo errore – osserva il dirigente sindacale – è che nella crisi più profonda, proprio quando c'era bisogno di regole e informazioni semplificate per i rischi dei risparmiatori, ha chiuso l'ufficio scenari probabilistici, quello cioè che dovrebbe dare possibilità di calcolare in tempi medi il rischio ai risparmiatori”.

Secondo errore: “Ci sono banche che autonomamente, penso a Banca Intesa, dal 2010 non vendono le obbligazioni alle famiglie e la Consob non è intervenuta per decidere e orientare in questo senso tutte le banche. Terzo, nel momento in cui alla Popolare vicentina, e non solo, si facevano operazioni che il sindacato ha denunciato in modo chiaro nel 2013, in cui si erogavano prestiti in cambio anche di acquisto di azioni come si è capito sopravvalutate, truffando i risparmiatori, anche lì nessun intervento. Di queste tre cose ne sarebbe bastata una, in un paese normale, per decidere che Vegas andava cambiato e sostituito con un soggetto più competente e più rispettoso delle regole. Comunque siamo ancora in tempo visto che scade nel 2017, il governo può decidere di intervenire”.

Parlando dell'ipotesi Brexit che già pesa sull'andamento dei mercati in vista del voto, “l'eventuale uscita della Gran Bretagna – commenta il numero uno della Fisac – sarebbe negativa non solo per l'economia britannica, ma per l'insieme dell'Europa e soprattutto per quei paesi che più hanno legami nei rapporti economici e finanziari. L'Italia certo non è al primo posto, anzi, in questo senso è negli ultimi posti, ma la ricaduta economica sarebbe pesante per tutti e in primo luogo per gli inglesi”.

I problemi di tenuta potrebbero arrivare dal rapporto di cambio della sterlina. “Penso al valore dei mutui, alla tenuta dei risparmi. In ogni caso – aggiunge l'esponente della Cgil – l'Europa ha bisogno di riunirsi, non di dividersi. E per riunirsi c'è bisogno di più Europa. Se si giunge ad appuntamenti come questo è perché sin qui non ha fatto fino in fondo il suo mestiere di Europa delle nazioni, dimenticando l'idea di Spinelli, senza riuscire a delineare politiche economiche, fiscali e per l'immigrazione, come abbiamo visto in Ungheria e dintorni”.