I sindacati dei medici dicono basta ai tagli alla sanità: al via lo stato di agitazione con l'annuncio che, trascorsi i termini previsti dalla legge per eventuali procedure di raffreddamento e conciliazione, “sarà messa in atto ogni legittima forma di protesta, fino a individuare e a comunicare le date e le modalità di iniziative di uno sciopero nazionale unitario”. La protesta è trasversale e unisce praticamente tutte le sigle sindacali: Anaao Assomed, Cimo, Aaroi Emac, Fp Cgil Medici, Fvm, Fassid, Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Uil Medici, insieme a Fimmg, Snami, Fimp e Sumai.

“L'unità sindacale - si legge in una nota - testimonia una comune preoccupazione per le future sorti del Servizio sanitario nazionale, le cui previsioni sono rese allarmanti dagli ultimi provvedimenti del governo. Tra i quali, l'ulteriore proroga del blocco contrattuale in atto già da 6 anni, mascherata sotto le mentite spoglie di un finto finanziamento da pochi spiccioli, appare un'elemosina che conferma la mancanza di rispetto verso il lavoro sul quale si basa la sanità pubblica”.

Nonostante tutti i tentativi di interlocuzione, per i sindacati l'atteggiamento di governo e Regioni “rimane quello di un mancato coinvolgimento nelle scelte dei medici che, a fronte di una collaborazione costantemente offerta, sono stati ripagati con limitazione delle competenze, impoverimento numerico e retributivo, espulsione dai processi decisionali, anni di blocco dei contratti, disoccupazione, precarietà ed emigrazione dei giovani colleghi, intollerabile confusione e assenza di programmazione nell'accesso alla formazione pre e post laurea, mancanza di attenzione al problema della responsabilità professionale, decretazioni che fissano obblighi burocratici che aumentano il carico di lavoro a danno dello spazio clinico e sottraggono tempo all'ascolto nel rapporto fiduciario medico paziente”.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin cerca di smorzare i toni in una intervista al Sole24-Ore. “Il 2016 può essere l'anno della svolta, un anno strategico”, quei miliardi concessi al Ssn per il prossimo anno saranno una chance per “fare tante cose, a partire dai nuovi Lea che saranno aggiornati ogni anno”. E per questo chiama le Regioni a un ruolo di massima partecipazione per raddrizzare la barca del Ssn e rilanciarlo. Regioni con le quali, dice, non ha fatto polemica: “Le storture del federalismo le conosciamo tutti da sempre”. E a medici e operatori sanitari riconosce l'onore delle armi: “Ho visto in quali condizioni lavorano: in questi anni di crisi la sanità è stata tenuta in piedi dai loro sacrifici”.