Si torna a parlare del Masterplan per il Mezzogiorno. Oggi (5 ottobre) è il giorno dell'incontro tra i sindacati e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, con appuntamento a Roma a Palazzo Chigi alle 17. Le confederazioni hanno chiesto di formalizzare e rendere espliciti i momenti di confronto tra esecutivo e parti sociali, da qui la riunione odierna, a cui partecipano tutti i ministeri tranne quello del Lavoro.

Cgil, Cisl, Uil e Confindustria si presentano col documento unitario firmato a febbraio 2016, dal titolo "Impresa e lavoro. Le proposte sul Masterplan per il Sud" (qui il testo integrale). Nel novembre 2015 il governo ha pubblicato le linee guida del Masterplan: ripartendo da lì, le parti sociali chiedono "i necessari aggiustamenti sia nella strategia, sia nella selezione delle priorità; un percorso maggiormente inclusivo di tali interessi su scala nazionale e a livello regionale e locale; la volontà di rafforzare l’impegno comune per il Mezzogiorno".

Nelle linee guida del governo "non mancano alcuni spunti interessanti", scrivono le parti: come l’idea di un'efficiente regolamentazione dei mercati basata sui principi concorrenziali, oppure l'elenco di azioni con impatto positivo sull'economia meridionale, tra cui gli interventi su reti materiali (banda ultralarga, alta velocità ferroviaria, assi viari portanti, interconnessioni del sistema elettrico e del gas, porti). Dall'altra parte, però, "ciò che sembra ancora mancare è una chiara visione strategica di come il governo 'vede' il futuro del Mezzogiorno: la proposta sembra, invece, limitarsi (come peraltro esplicitamente dichiara) ad indicare una serie di obiettivi definiti e delimitati". Sindacati e imprese chiedono di definire il disegno e le azioni principali, indicando quattro priorità: sul versante lavoro incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato; sul lato delle imprese una politica industriale con risorse finanziarie a medio e lungo termine; infrastrutturazione materiale e immateriale del territorio; costruzione di una maggiore efficienza amministrativa.

A fare il punto è il segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi. "Nell'incontro con De Vincenti - spiega - ribadiamo la richiesta di coordinamento con una cabina di regia sul Masterplan, che veda la partecipazione delle parti sociali". Sulle linee guida dell'esecutivo "diamo un giudizio articolato: è sicuramente un primo passo, soprattutto come strumento di accelerazione della spesa". Manca però il secondo passo, quello che nel documento unitario le parti chiamano Masterplan 2.0: "Servono risorse aggiuntive alla spesa ordinaria - osserva -. Occorre un progetto complessivo che tenga dentro non solo i temi del Masterplan, ma anche una politica industriale complessiva di cui non si può fare a meno".

Sull'attivazione dei contenuti del piano c'è oggi una situazione di stallo. "I fondi previsti sono quelli della programmazione 2014-2020: una buona parte di queste risorse sono ancora bloccate e siamo quasi nel 2017". Inoltre molte Regioni sono state chiamate a definire il quadro del Masterplan in pochi mesi, quindi hanno messo in campo progetti già cantierabili che potevano partire velocemente: "Per questo i patti regionali firmati contengono molti progetti che riguardano la vecchia programmazione".

Non solo. Spesso, prosegue il segretario confederale Cgil, "le politiche regionali sono sostenute da fondi nazionali non coerenti, serve più coordinamento. Non c'è ancora una governance nazionale e territoriale adeguata, non c'è una necessaria riflessione sulle risorse da collocare nei progetti macroregionali: ogni Regione si è fatta il suo patto". Di fondo, secondo Fracassi, "c'è un'indicazione della direzione su cui puntare, ma si può fare solo se c'è un progetto generale. Da parte nostra, noi chiediamo un nuovo piano di sviluppo industriale per il Mezzogiorno, un'idea complessiva di rilancio per il Sud del Paese: e su questo finora non abbiamo avuto risposte".

Il testo unitario Cgil, Cisl, Uil e Confindustria (pdf)
Il progetto della Cgil Laboratorio Sud