“Forse è il caso di analizzare meglio gli ultimi dati delle esportazioni regionali prima di lasciarsi andare a dichiarazioni o commenti immotivatamente entusiastici”. A dirlo in una nota è Roberto Ghiselli, segretario generale della Cgil Marche. “Purtroppo - afferma il sindacalista - le esportazioni della nostra regione in questi anni sono andate male, continuano ad andare male e indicano una tendenza allarmante per alcuni settori per noi importantissimi”. Una tendenza che “mette a rischio la tenuta delle uniche imprese che reggono in questa fase di crisi e cioè quelle presenti nei mercati internazionali. La verità è che le esportazioni marchigiane, nel secondo trimestre 2014, calano di ben il 4,8% rispetto al trimestre precedente, in controtendenza con il dato nazionale che è in crescita del 4,9%”.

A trascinarle in basso sono i settori tessile, abbigliamento e calzature, con un’ impressionante perdita di 213 milioni di euro, pari ad un meno 27,2%. “Se prendiamo altri dati - aggiunge Ghiselli - come l'andamento semestrale delle esportazioni, o se facciamo il raffronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, l'apparente positività del dato marchigiano (+2,8%) è dato quasi esclusivamente dal settore farmaceutico, e in particolare da traffico interno ad una multinazionale presente nella provincia di Ascoli Piceno”.

“Se poi - conclude - vogliamo prendere a riferimento un periodo ancora più lungo per capire cosa è successo nelle Marche dall'inizio delle crisi ad oggi, emergerebbe che mentre le esportazioni italiane tra il 2007 e il 2013 sono aumentate del 7,21%, quelle marchigiane sono calate del 5,99%. Tutto ciò per dire due cose: basta con la propaganda basata sulla distorsione dei dati e cerchiamo di capire come è possibile fare di più e meglio per invertire una tendenza che vede le Marche, in Italia ed in Europa, fra le regioni più colpite dalla crisi”.