Continua la mobilitazione dei dipendenti delle aziende del comparto delle manutenzioni stradali, che chiedono di modificare la legge delega sugli appalti in discussione in Parlamento, contenente un comma che potrebbe produrre - se non interverranno modifiche al testo - il licenziamento di oltre 3.000 lavoratori, due terzi dei quali in forze al gruppo Gavio.

I lavoratori del Piemonte incroceranno le braccia il 23 luglio, con manifestazione a Tortona – spiegano in un comunicato unitario Fillea, Filca e Feneal –: "A livello occupazionale, l'impatto più devastante si avrà in quella regione, dove sono a rischio oltre 2.000 posti di lavoro, che interessano figure altamente professionalizzate, di questi almeno 900 del solo comparto edile piemontese".

Dai sindacati la richiesta di cambiare il testo, che, se approvato integralmente, "comporterà l'obbligo per i concessionari di affidare in gara, a terzi, il 100% dei lavori e dei servizi, prevedendo un periodo transitorio di adeguamento di soli 12 mesi. Tutto ciò comporterà, inevitabilmente, la perdita delle professionalità presenti nel comparto della manutenzione e progettazione delle autostrade, e il peggioramento della qualità e dei tempi di realizzazione dei lavori autostradali, con gravi rischi per le utenze, e anche un livello di generale dequalificazione delle attività di progettazione e manutenzione dei lavori in ambito autostradale", prosegue la nota sindacale. 

In particolare, i sindacati chiedono di "escludere dall'obbligo le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e i servizi di progettazione, d'inserire clausole sociali per la stabilità dei lavoratori, anche per gli appalti,  e di superare la norma dei 12 mesi, delegando il Governo a prevedere il tempo di transizione, in relazione alle professionalità e ai tempi di scadenza delle concessioni".

Infine, i sindacati avvertono che, se non sarà cambiato il testo, "questa scelta, mascherata dietro il nobile intento di favorire la libera competizione fra imprese, al contrario, favorirà elusione contributiva e retributiva, generando insicurezza per gli utenti della rete autostradale, e impattando pesantemente sulle economie locali delle aree interessate".