Sciopero riuscito oggi (venerdì 7 ottobre) alla Magneti Marelli di Crevalcore (Bologna). L’astensione indetta dalla Fiom Cgil, spiega un comunicato, “ha completamente bloccato l’attività: nessun lavoratore è entrato al primo turno (ore 6) né al turno centrale (ore 8). L’adesione è stata del 100 per cento”. L’astensione dal lavoro era stata proclamata dopo l'assemblea di mercoledì 5 ottobre. In concomitanza con la protesta si è svolto un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento a partire dalle ore 5,30, indetto anche lo sciopero dello straordinario su tutti i turni di lavoro di sabato 8 ottobre.

“Questo risultato – spiega la Fiom Cgil – conferma che l’azienda deve aprire un tavolo vero di trattativa con tutte le organizzazioni sindacali sul futuro dello stabilimento, discutere di un piano serio di investimenti strategici e ragionare di diverse turnazioni solo in un diverso contesto e solo in una modalità condivisa con i lavoratori e le lavoratrici interessate”. Il risultato dello sciopero, conclude la nota, conferma “ancora una volta che i comportamenti di Magneti Marelli e Fca si collocano al di fuori di quel modello di relazioni industriali e sindacali che è anche alla base degli elementi di ripresa economica e di attrattività del territorio di Bologna e dell’Emilia Romagna”.

Nei giorni scorsi il sindacato dei metalmeccanici Cgil aveva sottolineato di ritenere “inaccettabile che la direzione dello stabilimento scarichi sui lavoratori, sotto forma di nuove turnazioni di lavoro, che si aggiungono agli straordinari comandati durante tutto l’anno, le inefficienze e la malagestione aziendale”. Fiom e Rsa auspicano "un accordo che preveda un piano di investimenti strategici per dare stabilità al sito di Crevalcore e per consolidare i volumi nei prossimi anni" e la definizione di "un’azione volta al rafforzamento (attraverso assunzioni) delle aree aziendali di professionalità come la manutenzione, l’attrezzeria e la qualità, e che non si proceda invece con l’inserimento in tali aree di ditte esterne". Infine, sindacati e lavoratori ritengono fondamentale "che un diverso sistema di turnazione rispetto all’attuale (lunedì-venerdì), laddove necessario, venga inserito nell’ambito di una complessiva strategia di rilancio dello stabilimento e attuato solo a seguito di una trattativa e di un accordo che sia condiviso perché approvato da parte dei lavoratori e delle lavoratrici".