Sette volti e sette storie diverse ma con una speranza comune: quella di continuare a produrre acciaio alla Lucchini di Piombino. Mauro (elettromeccanico), Alessandro (gruista), Deborah (moglie di Mauro e disoccupata da due anni), Massimo (classificatore rottame), Alessandro (tornitore), Francesco e Roberto, sono i protagonisti del video 'Piombino non deve chiudere' ideato e prodotto da Klaus Davi e Marco Bussinello e presentato oggi in Cgil Nazionale alla presenza del segretario generale di corso d'Italia, Susanna Camusso, del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, del direttore dell'Huffington Post, Lucia Annunziata, insieme a quella dei lavoratori protagonisti del video.

La storia che raccontano i lavoratori della Lucchini di Piombino sulle note del famoso pezzo di Frankie Hi-Nrg 'Quelli che benpensano' è di quelle che potrebbe essere raccontata da migliaia di lavoratori in Italia. Lavoratori che, in questi anni di crisi economica hanno visto chiudere i battenti delle proprie fabbriche e così oltre al lavoro hanno dovuto dire addio ai progetti per il loro futuro e quello dei loro figli. “Sono sopra a me, ma non parlano di me, sono sotto a me, ma si sentono meglio”, così cantano nel video per denunciare il silenzio e l'indifferenza delle istituzioni per una vicenda, quella delle acciaierie Lucchini, che deve essere una priorità per l'intero Paese.

“Oggi in Italia non c'è un'idea su come uscire dalla crisi, manca un progetto di politica industriale”, ha affermato Susanna Camusso nel corso della presentazione del video, aggiungendo che: “Il nostro paese non può permettersi di non essere un paese industriale. Al di fuori di questa prospettiva c'è il rischio reale di consegnare agli interessi delle multinazionali settori strategici della nostra economia, interessi destinati a mutilare il ruolo dell'industria italiana”. Le acciaierie di Piombino, insieme all'Ilva e allo stabilimento di Terni, rappresentano un “volano insostituibile dell'industria nazionale”. Inoltre, ha insistito il numero uno della Cgil, “non è vero che il sindacato e i lavoratori non hanno proposto in questi anni idee alternative in grado di riportare i temi del lavoro e delle politiche industriali sul tavolo del Governo. Il problema è che se il governo nega una regia nazionale sulla siderurgia, cancella anche le iniziative e le proteste dei lavoratori”. Per questo la leader della Cgil rilancia l'importanza per l'Italia di “dotarsi di un Piano nazionale dell'industria dell'acciaio”.

Quanto infine alla vicenda specifica di Piombino, sono tante le forme di lotta che gli operai Lucchini hanno intrapreso in questi anni. "Le abbiamo provate tutte - ha detto Mirko Lami, Rsu Fiom Cgil di Piombino - non solo proteste, ma anche proposte" e oggi gli operai Lucchini  affidano la loro lotta ad un mezzo potente come quello della musica. Dal 2012 la società è in amministrazione straordinaria, ad aprile l'altoforno ha prodotto l'ultima colata di acciaio. Gli operai di Piombino, quasi 4 mila tra diretti e indotto, sono in contratto di solidarietà e cassa integrazione e ancora attendono l'arrivo di nuovi imprenditori disposti ad acquisire l'impianto e sperano nella commessa per lo smaltimento della Costa Concordia.