I dati Inps di settembre 2015 sulle ore autorizzate di integrazione salariale in Liguria segnano un piccolo record nella classifica degli anni contraddistinti dalla crisi. Il dato infatti (755 mila ore autorizzate con un calo del 43 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) è il più basso dal settembre 2009, anno in cui esplose la recessione.

 Genova ha ancora adesso quasi 5,5 milioni di ore autorizzate

“È senza dubbio un dato positivo, anche se non tutti i settori produttivi sono ancora usciti dalle sabbie mobili, ma almeno si è trovato un ramo al quale aggrapparsi”. Così commenta Marco De Silva, responsabile dell’Ufficio economico per la Cgil regionale. “Probabilmente - aggiunge - quel ramo resterà per molto tempo l’unica ancora di salvezza perché è impensabile tornare ai cosiddetti livelli pre-crisi, quando la cassa integrazione era all’incirca la metà dell’attuale. Genova ad esempio ha ancora adesso quasi 5,5 milioni di ore autorizzate, Savona oltre due milioni di ore”.

L’approfondimento sui settori fa emergere le criticità dell’industria alimentare ligure al massimo storico di ore autorizzate (+66.8 per cento) e con tutte le tipologie di cassa in crescita. Negli altri comparti, il turismo conferma il periodo positivo in cui alberghi e ristoranti hanno fatto meno ricorso alla cassa, confermando i segnali di ripresa già emersi da presenze e occupazione, mentre al contrario, continua a soffrire il commercio dove la cassa straordinaria è invece ai massimi livelli.

Così conclude De Silva: “Il riassorbimento ancorché parziale della cassa integrazione può essere un segnale, da confermare e da prendere con le molle, di una lenta risalita occupazionale in atto da alcuni trimestri nella nostra regione. Non sempre però affiancata da qualità e stabilità dell’impiego come nel caso dei voucher. Insieme a chi il lavoro bene o male ce l’ha, infine, ci sono quelli che il lavoro sicuramente l’hanno perso: da gennaio ad agosto di quest’anno, sono quasi 26 mila le domande presentate in Liguria di aspi, miniaspi, naspi, la vecchia indennità di disoccupazione”.