Inizia oggi, 21 luglio, e durerà fino al 19 agosto lo sciopero degli straordinari in tutti gli uffici postali del Piemonte. Il motivo, come spiega Stefano Battistino, coordinatore regionale dell'area servizi postali della Slc-Cgil, sta nella "enorme carenza di personale" e in un "modello organizzativo che non funziona", tanto che "la corrispondenza in alcune zone del Piemonte arriva due volte a settimana o anche meno".

La protesta, indetta dalla Slc Cgil, insieme alla Slp Cisl, vuole quindi richiamare l'azienda alle sue responsabilità. "Poste continua a snellire il personale attraverso esodi incentivati senza però stabilizzare alcun precario", denuncia ancora Battistino della Cgil dalle colonne de la Repubblica di Torino. "In Piemonte nel 2012 i lavoratori di questo tipo erano 60-70, ora siamo arrivati a oltre 500. Tutti sono diplomati con almeno 70 su 100, molti sono laureati e hanno famiglie da mantenere, ma a nessuno di loro viene data alcuna garanzia per il futuro".

Ma l'estate calda di Poste non riguarda solo il Piemonte: anche in Toscana infatti da domani, sabato 22 luglio, scatta lo sciopero delle prestazioni aggiuntive. Anche qui lo stop è stato indetto da Slc Cgil e Cisl Poste sia per protestare contro la privatizzazione dell’azienda sia per rimarcare le gravi carenze di personale (soprattutto nei reparti di sportelleria e recapito) e le cattive condizioni dei mezzi per la consegna di pacchi e corrispondenza.

“Il governo privatizza solo per fare cassa” commenta Graziano Benedetti, coordinatore Slc Cgil Toscana: “I rischi occupazionali per la Toscana non sono ancora finiti. Ancora non è stato ritirato il progetto sulla chiusura del Centro meccanizzato postale di Castello (Firenze) e, nonostante le nostre richieste, non è stato modificato il progetto di riorganizzazione della divisione Posta, logistica e comunicazione, fatto di soli tagli. Nel settore del ‘mercato privati’, oltre alle pressioni indebite sul personale, lo stress correlato è in aumento, il motivo dello sciopero è far fare sportellizzazioni per la copertura del pesante vuoto di organico, investito da massicci esodi incentivati aziendali senza sostituzione di chi esce”.