PHOTO
Si è concluso oggi, 8 settembre, con un bilancio decisamente positivo in termini di successo e di partecipazione, il campo di lavoro e formazione sulla legalità organizzato per la prima volta quest’anno dalla Cgil Lombardia, insieme a diverse associazioni e alle Camere del lavoro di Milano e Ticino Olona presso “La Libera Masseria” di Cisliano, un bene confiscato alla ‘ndrangheta che per le sue caratteristiche si è rivelato l’ambiente ideale per realizzare questo tipo di esperienza.
Sono stati cinque giorni intensi di confronto, attività formativa e manuale, lavoro comune e impegno che hanno visto più di 20 fra studenti universitari e sindacalisti di diverse categorie dare vita con appassionata partecipazione a un programma incentrato sui temi del lavoro, dei diritti, dell’inclusione e del riuso dei beni confiscati in una realtà come quella lombarda che, lungi dall’essere estranea al fenomeno, soprattutto nelle province di Milano, Brescia e Varese ha fatto registrare già oltre 1.500 casi di sequestro e confische. L’impegno della Cgil, che senz’altro contribuirà ad organizzare anche le prossime edizioni del “campo”, va nella direzione di contribuire a formare quella “cultura della legalità” che è uno strumento fondamentale nella lotta alle mafie, e che nel campo di Cisliano ha trovato espressione nelle parole di tante e tanti rappresentanti delle istituzioni di Giustizia, delle associazioni, del sindacato e, in modo particolare nella testimonianza di una donna che ha avuto il coraggio di portare la sua diretta, durissima esperienza nelle aule del tribunale nel quale si svolgeva un processo contro la criminalità organizzata.
Nel corso della prima giornata di lunedì 4 settembre, dopo la presentazione del campo a cura degli organizzatori e dopo il pranzo, si è tenuto il primo incontro formativo. “Costruire una cultura alternativa alle mafie” il tema al centro del confronto, cui hanno partecipato Don Massimo Mapelli della Caritas, Davide Salluzzo de La Barriera onlus e Vincenzo Moriello, responsabile legalità della Cgil Lombardia e uno dei principali animatori del campo. È stata poi la volta, martedì 5 settembre, dell’incontro formativo sul tema “Dall’occupazione delle terre nel dopoguerra alla confisca dei beni ai mafiosi: da Placido Rizzotto e Pio La Torre alla riforma del Codice Antimafia”, con Carlo Baldini, della Cgil nazionale e Roberto Iovino della Flai Cgil, la categoria delle lavoratrici e dei lavoratori del settore agroalimentare che molto si è impegnata su questi temi. Particolarmente significativa la giornata di mercoledì 6 sul “Il riuso sociale e produttivo dei beni e delle aziende confiscate: Attivare e mettere in rete Società ed Istituzioni”, cui ha partecipato il magistrato Fabio Roia, Presidente Misure di Prevenzione Tribunale di Milano, Gianantonio Girelli Presidente della Commissione Antimafia di Regione Lombardia e Luciano Silvestri della Cgil Nazionale. La sera, particolarmente toccante l’incontro con la testimone di giustizia.
Giovedì 7 si è parlato di “Legalità per lo sviluppo del territorio e l’inclusione sociale”con Marinella Magnoni della segreteria della Cgil Lombardia, Claudio Dossi segretario Spi Cgil Lombardia e Davide Salluzzo de La Barriera onlus. Carico di emozione e di partecipazione l’incontro serale con i giovani migranti di Ucapte.
Nella giornata conclusiva di oggi, venerdì 8 settembre, il dibattito dal titolo “Dal lavoro precario e sfruttato al lavoro liberato: La Carta dei Diritti Universali del Lavoro”, al quale hanno partecipato Giuseppe Massafra della segreteria della Cgil, Elena Lattuada segretario generale della Cgil Lombardia, Massimo Bonini segretario generale della CdLM Metropolitana di Milano, Giacomo Licata segretario generale della CdlT di Como, Jorge Torre segretario generale della CdlT Ticino Olona, Alessio Gallotta della Filt Cgil di Milano e Vincenzo Quaranta della Filcams Cgil Lombardia.
Nel suo intervento, Il segretario generale della Cgil Lombardia Elena Lattuada ha espresso “soddisfazione per l’esito di questa prima esperienza organizzata dalla Cgil Lombardia, che ha saputo mettere insieme giovani, sindacalisti, esperti e operatori nel campo della formazione di una più ampia cultura della legalità, con l’obiettivo di farne un patrimonio di tutte e tutti. Certamente continueremo l’impegno su questo terreno, ha concluso Lattuada, perché quella della legalità non sia considerata una questione di nicchia ma diventi sempre più un tema centrale che attraversa tutta l’azione politica e le scelte, soprattutto in vista di una campagna elettorale per le regionali che sarà impegnativa, e nella quale le problematiche legate alla legalità avranno certamente, anche nella nostra regione, la loro centralità”.
"Coinvolgere i giovani, è questo il nostro obiettivo – ha detto Massimo Bonini segretario generale della Camera del lavoro di Milano – . In un paese che tende ad escluderli servono iniziative come questa. Lavoro, diritti, inclusione e il riuso dei beni confiscati sono temi centrali per noi, soprattutto in questi momenti dove molto viene dato per scontato o addirittura dimenticato. Lavorare insieme con giovani e meno giovani è un passo importante per un confronto sano e positivo, a maggior ragione quando si parla di legalità, un argomento spesso messo in secondo piano, questo coinvolgimento pone la basi per un futuro migliore".
Il segretario della Camera del lavoro Ticino Olona, Jorge Torre ha sottolineato l'importanza di questa esperienza "In un territorio che vede a distanza di pochi chilometri Sedriano, primo comune sciolto per mafia in Lombardia, e una moltitudine di beni confiscati, in una Città Metropolitana che fa fatica a definire i propri compiti, ma che vede la CGIL quotidianamente agire insieme e interagire con le diverse realtà ed istituzioni.
Giustizia, integrazione, lotta all'emarginazione, lotta al disagio sociale, accoglienza, soprattutto in questa fase storica. Insieme - ha concluso Torre - possiamo riassumere queste parole in un antidoto contro la mafia, in un obiettivo strategico comune dal nome diritti universali".
Alessio Gallotta della Filt CGIL di Milano ha raccontato dell'esperienza di Amazon - un percorso conoscitivo, anche di studio per capire il lavoro dentro Amazon, una multinazionale completamente disinteressata alle condizioni dei lavoratori. E' stat un'esperienza difficile, una situazione di illegalità dove i lavoratori avevano una retribuzione decisamente inferiore rispetto a quella normale. Tutto questo ha portato tanta solidarietà ma anche la considerazione che dove c'è impossibilità di giustizia sociale la criminalità si annida".
Vincenzo Quaranta della Filcams CGIL Lombardia ha descritto con esempi concreti la drammaticità della situazione nel sistema degli appalti della vigilanza privata. Storie di una quotidianità difficile, come quella dei lavoratori di un'azienda legata al clan Laudani che aveva appalti importanti, come il Tribunale e la Lidl, i cui lavoratori lunedì scorso si sono ritrovati di fronte all'arresto dei proprietari e a 200 licenziamenti su 600.
Ma oggi, qui al campo, per tutti noi e' un giorno felice perché sappiamo che insieme si può combattere questa battaglia".
“Anche questo importante appuntamento - ha detto Giuseppe Massafra, della segreteria nazionale della CGIL concludendo l'incontro - evidenzia l'impegno che la nostra organizzazione mette per affermare il valore della legalità come presupposto irrinunciabile per costruire il futuro di questo Paese.
È un impegno che mette al centro il tema del lavoro come motore di emancipazione, strumento di coesione, come elemento per superare tutte le forme di disuguaglianza che sono alla base del proliferare di ogni forma di illegalità. In questi anni abbiamo animato numerose iniziative e campagne che si sono sempre proposte un obiettivo importante: diffondere una cultura della legalità nella società, ovunque, da Nord a Sud (perché la mafia non è un fenomeno circoscritto ad una parte della nazione) a partire dai luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle piazze. Convinti che il vero antidoto alla criminalità sia quello di costruire una cultura diffusa. migliore".
Noi insistiamo in questo senso, ha concluso Massafra, proviamo a stimolare un dibattito nel Paese, in tutto il Paese, territorio per territorio, sui temi della legalità, appunto, della difesa della dignità, del valore del lavoro, affermando un principio: è cioè che se si abbassano i diritti delle persone è più difficile che si affermi una cultura della legalità ed è più difficile dunque praticare ogni forma di contrasto alla criminalità”.
Infine, prima dei saluti al termine dell’esperienza del campo, la proiezione del film “Io che lavoro per un algoritmo”, prodotto dalla CGIL di Como. A presentare il film il segretario generale della Camera del Lavoro di Como Giacomo Licata, che ha detto: "Vogliamo ringraziare la CGIL Lombardia per l'organizzazione di questa esperienza e l'invito che ha voluto riservarci per la proiezione del film. Il tempo che si dedica ad affrontare il tema della legalità non è mai abbastanza; per un'organizzazione sindacale è una necessità. Il tema della legalità è preminente per la creazione del Lavoro di qualità. Ce lo ricorda la Storia di questo paese, di come la criminalità si sia affermata prima nelle aree del paese economicamente depresse per poi espandersi dovunque utilizzando la leva del guadagno facile. Riteniamo imprescindibile il rapporto con le giovani generazioni, ha aggiunto Licata; da qui è nata l'idea di un film nel quale sono protagonisti. In questa correlazione tra lavoro e legalità, c'è la dimostrazione di come spesso si possano costruire percorsi virtuosi. Viceversa, quando viene meno uno dei due elementi la realtà si presenta nel modo più nefasto."