"I lavoratori che hanno maturato un'anzianità di oltre 12 mesi, specialmente chi aspirava ad una stabilizzazione frutto di anni di lavoro, sono stati traditi dal decreto Di Maio". La denuncia arriva da Sabina Tondo, coordinatrice Nidil Cgil di Lecce. La sindacalista sottolinea come il 1° novembre siano scaduti  "numerosi contratti tra interinali e agenzie di somministrazione e contemporaneamente viene meno la disciplina transitoria del decreto Di Maio".

Tondo racconta cosa sta accadendo in un noto call center salentino "che nel tempo è diventata la più grande impresa della provincia per numero di occupati". Gli impiegati a tempo indeterminato sono circa 1200 "a cui si sommano circa 800 tra lavoratori in somministrazione e collaboratori a progetto. Qui proprio ieri - chiarisce la nota sindacale - quasi 200 lavoratori hanno ricevuto la comunicazione del mancato rinnovo del contratto in somministrazione in scadenza al 31 ottobre. Stesso destino hanno vissuto decine di lavoratori nelle settimane passate e di certo prossimamente lo dovranno vivere altri loro colleghi. Tra essi anche lavoratori ormai strutturati, al lavoro sulle grandi commesse dell'azienda da oltre 18 mesi".

"Nella maggior parte dei casi parliamo di lavoratori che hanno acquisito competenze nella propria attività e che dovranno ora reinventarsi, magari per l'ennesima volta"  sostiene la sindacalista che rimarca come un provvedimento come il decreto Di Maio, che nelle intenzioni vuol combattere la precarietà, abbia "nei fatti espulso da ciclo produttivo centinaia di lavoratori salentini e probabilmente incentiverà il turnover nelle aziende".

"La norma – conclude Tondo – andrebbe migliorata, per esempio obbligando le aziende che attingono dalle agenzie interinali a mantenere il personale nello stabilimento, senza ricominciare da capo ogni volta. Una sorta di diritto di prelazione sulle assunzioni".