Maxi blitz di carabinieri e polizia contro la 'ndrangheta diretto dalle Dda di Reggio Calabria e Milano: oltre 300 le persone arrestate in diverse parti d'Italia per vari reati. Si tratta, si apprende in ambienti investigativi, della più imponente operazione di questo tipo degli ultimi anni, che ha visti impegnati 3.000 uomini dei carabinieri e della polizia di Stato.

Gli arresti scaturiscono
da "complesse indagini coordinate dalle procure distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria": indagini che "hanno consentito di documentare la gestione delle attività illecite in Calabria e le infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia, dove stava estendendo i propri interessi illeciti in diversi settori economici".

L'operazione ha colpito le più importanti e potenti famiglie della 'ndrangheta delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, oltre alle loro proiezioni extraregionali ed estere. Di fatto sono state "destrutturate", dicono gli inquirenti, le cosche egemoni nel capoluogo reggino, nella fascia ionica ed in quella tirrenica, tra cui i Pelle di San Luca, i Commisso di Siderno, gli Acquino-Coluccio ed i Mazzaferro di Gioiosa Ionica, i Pesce-Bellocco e gli Oppedisano di Rosarno, gli Alvaro di Sinopoli, i Longo di Polistena, gli Iamonte di Melito Porto Salvo.

Tra gli arrestati c'è anche Pino Neri
, considerato il capo dell'ndrangheta in Lombardia. A quanto si è appreso da fonti investigative, Neri era, fino a prima dell'arresto, il vertice assoluto della mafia calabrese in Lombardia. In carcere con l'accusa di associazione mafiosa e corruzione anche il direttore dell'Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco. Mentre sono indagati l'assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale) e l'ex assessore provinciale milanese Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta). Tra gli indagati anche quattro carabinieri di Rho (Milano), uno dei quali per concorso esterno in associazione mafiosa.

Dall'inchiesta emerge un quadro più chiaro dell'organizzazione criminale: la 'ndrangheta ha ormai una struttura verticistica e tutti gli affiliati, sia che operino in altre regioni, sia che si trovino all'estero, dipendono gerarchicamente dalle cosche della provincia di Reggio Calabria. L'organizzazione criminale non si basa più, dunque, su una struttura familistica, ma si è organizzata sul modello di Cosa nostra siciliana, con una "commissione" centrale a Reggio che è il vertice assoluto dell'organizzazione.

C'è anche un capo assoluto
di questa "commissione" che è stato arrestato dai carabinieri di Reggio Calabria e sotto di lui ci sono i capi mandamento ed i capi locali. Ma quello che emerge ancora una volta e che la 'ndrangheta cosidetta di periferia, quindi quella che non vive in provincia di Reggio Calabria, ma a Milano, Torino , in Canada o in Australia, dipende in tutto e per tutto dalla commissione provinciale reggina.