Lavoro: dall'Osservatorio sul precariato dell'Inps arrivano dati molto negativi. A partire, scrive in una nota Donatella Onofri, segretaria della Cgil di Roma e del Lazio, "da una decrescita nei contratti a tempo indeterminato. La differenza infatti tra le assunzioni del primo bimestre 2017 e le cessazioni è un secco - 3.800 contratti a tempo indeterminato. Il lavoro a termine, invece, cresce. La differenza tra le attivazioni e le cessazioni riporta un dato positivo 16.108 contratti". 

"Questi dati, se rapportati allo stesso periodo del 2016 – continua – la sindacalista – rimangono pressoché identici perché la differenza tra assunzioni e cessazioni è - 4177 contratti a tempo indeterminato e + 14.245 di contratti a termine. Questo significa che il lavoro nel Lazio è sempre più precario, che chi perde il lavoro e i giovani difficilmente potranno trovare un'occupazione stabile. Significa che attraverso il lavoro e le tipologie contrattuali cambia il volto delle comunità, dei modelli di società".

"Il calo delle nascite, i giovani che escono sempre più tardi dalle famiglie, un senso di insicurezza non ben definito di cui si approfitta la politica più becera, tutto questo deriva dall’impoverimento del lavoro – conclude Onofri –. L’ormai evidente fallimento del Jobs act interroga la politica, cioè chi è in grado (o dovrebbe esserlo) di cambiare il corso delle cose. Tocca alle istituzioni, Regione Lazio e Città metropolitana di Roma, comuni e province aprire un confronto per invertire un andamento che logora certamente chi è in cerca di lavoro o vive di lavoro precario ma soprattutto modifica in radice la collettività".