Firenze - Nel 2013, secondo i dati della Camera di Commercio di Firenze, in edilizia i lavoratori autonomi hanno superato i dipendenti: 16.957 contro 15.269. “La risposta di troppi committenti e costruttori è quella di ricorrere alla polverizzazione del lavoro all'interno dei cantieri, cioè di ridurre il ricorso a lavoratori dipendenti ed aumentare il ricorso a lavoratori autonomi spesso oltre le leggi imposte in materia. Una situazione fuori controllo. Gli effetti sono: cantieri meno trasparenti, meno regolari e meno sicuri, perché le statistiche certificano che l'incidenza di infortuni per gli autonomi è doppia rispetto ai dipendenti”, dicono Marco Benati (Segretario Fillea Cgil Firenze) e Alessio Branciamore (segretario Nidil Cgil Firenze). Che chiedono più controlli nei cantieri da parte dei soggetti preposti e la regolarizzazione a lavoratori dipendenti delle false partite Iva, oltre a uno sforzo sulla contrattazione inclusiva per gli autonomi.

Oggi, 15 maggio, in una conferenza stampa alla Camera del lavoro, Fillea Cgil Firenze e Nidil Firenze annunciano l'apertura di due sportelli (per i “lavoratori edili atipici”), uno alla Camera del lavoro di Firenze e uno a quella di Sesto Fiorentino, per la consulenza, la tutela e l'assistenza di chi lavora nei cantieri nelle più svariate forme. Parte anche una campagna d'informazione mirata nei cantieri.

Durante l’incontro hanno raccontato le proprie storie di lavoro autonomo nell'edilizia Francesca Lupo (architetto), Cristina Angiolini (restauratrice) e un ragazzo di origine kosovara che qui si è trovato, da operaio, partita Iva “a sua insaputa”. Francesca ha raccontato “la difficoltà nel riscuotere i compensi” e “l'assenza delle tariffe minime che genera una concorrenza al ribasso senza limiti”, senza contare “i rischi che corriamo come responsabili della sicurezza e il fatto che noi partite Iva abbiamo alte tassazioni e dobbiamo pagarci da soli il welfare”.

Anche Cristina ha spiegato le difficoltà “nel vedersi riconosciuti i compensi”, mentre “l'unica prospettiva di lavoro che viene proposta a quelli come me è di aprire una partita Iva”. E poi il ragazzo proveniente dal Kosovo: si è visto recapitare dall'Inps una cartella per mancati contributi di 5mila euro. Si è rivolto alla Cgil ed è emerso che il datore aveva aperto per lui e i suoi colleghi una posizione di lavoro autonomo, e tutti risultavano pure soci della ditta. Ora questi ragazzi, che ignoravano la situazione, sono impegnati in una difficile vertenza per farsi riconoscere il rapporto di subordinazione.