“C’è un peggioramento generale della scuola italiana per effetto dei meccanismi della famigerata legge sulla buona scuola, ma anche perché si susseguono tante criticità vecchie che, in questa fase, si sommano alla 107. Una continua rincorsa all'emergenza e questo non va bene perché la scuola ha bisogno di programmazione, ha bisogno di continuità didattica, ha bisogno di certezze e tutto questo non c'è”, così Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil nel corso del suo intervento a RadioArticolo1 nella trasmissione “Italia Parla”.

“Questo perché – ha aggiunto – non si è voluto dare ascolto alle organizzazioni sindacali. Noi avevamo chiesto innanzitutto un grande piano per il Sud che significava estensione della scuola dell'infanzia, potenziamento di alcune materie, penso a matematica e italiano, tempo pieno, possibilità di una maggiore integrazione tra scuola e territorio, riduzione del numero degli alunni per classi. Insomma un grande progetto Sud che doveva servire da un lato a migliorare la qualità dell'offerta formativa e dall'altro a evitare che tanti insegnati si trasferiscono al Nord. Si è voluto fare tutto in fretta e furia, immissione in ruolo, concorso e tutto questo ha determinato una situazione caotica con trasferimenti non solo da Sud a Nord, ma anche all'interno dello stesso Nord”.

 

Criticabile anche la scelta del bonus di 500 euro per gli insegnanti: “Abbiamo presentato ricorso anche noi – ha spiegato Pantaleo – perché riteniamo che debba essere interpretato come salario accessorio e quindi riportato alla contrattazione”. Qualsiasi elemento retributivo che deve puntare alla qualità “non può che essere un elemento contrattato, discusso, non può essere fatto come è stato fatto per il bonus dei 200 milioni con una decisione che alla fine determina solo il dirigente scolastico”.

Non è meno duro il giudizio del segretario generale della Flcm Cgil sui provvedimenti che riguardano l’università, a partire dall’istituzione delle cattedre Natta: 500 “superprofessori” a chiamata diretta senza passare per i concorsi. “Siamo di fronte all’idea – ha attaccato il sindacalista –  che una parte delle assunzione debba essere sottoposto a controllo politico. In realtà con questa vicenda delle cattedre Natta non c'è più un sistema di reclutamento. Si tratta di uno strumento grazie al quale il governo decide direttamente i docenti da assumere dietro la parvenza di un finto merito. Addirittura gli si aumenta la retribuzione rispetto agli altri docenti universitari, si mette in discussione l'autonomia universitaria e si fa un'operazione senza senso perché in Italia ci sono tanti bravi ricercatori, giovani, che all'interno delle università hanno lavorato per anni in una condizione di estrema precarietà e disagio”.

Quello che serviva era, appunto, “un sistema di reclutamento straordinario per l'università che consentisse a questi ricercatori di poter avere finalmente un posto a tempo determinato. Nello stesso tempo riteniamo che il concorso debba continuare a essere l’elemento fondamentale di accesso non solo all'università ma in generale alla pubblica amministrazione. Con regole ben definite”.

Poi, un giudizio sulle risorse stanziate in Stabilità per il rinnovo dei contratti pubblici. Per Pantaleo, “sono del tutto insufficienti”. Per questo, ha aggiunto, “visto che in sofferenza ci sono anche tanti settori privati, a partire dai tessili che hanno appena scioperato, credo che sia indispensabile una mobilitazione che unisca le rivendicazioni dei settori pubblici a quelle dei settori privati.

Infine, una battuta sul referendum del 4 dicembre. "La Costituzione – ha detto –  deve essere applicata, non demolita. Questa riforma costituzionale mira a stravolgere la nostra Costituzione, e soprattutto il principio fondamentale che è quello di tenere unita la prima e la seconda parte della Carta. La prima, infatti, stabilisce i grandi valori dell'uguaglianza, delle libertà,  dell'autonomia, e del lavoro come funzione costituzionale; la seconda parte ci dice quali sono gli strumenti con cui tu la applichi quella Costituzione: e in realtà la seconda parte della Costituzione che si intende modificare mira a stravolgere anche la prima ".