È notte ancora. Paola sale sul pullman delle operaie, forzate delle deportazioni su mezzi da turismo verso i campi dell’acinellatura dell’uva. Parte così il racconto di questo nuovo caporalato che indossa l’abito delle agenzie di viaggio, del lavoro interinale. Passa di bocca in bocca, componendo un mosaico affidato alle voci delle testimoni di quella tragica giornata. Che non è come tutte le altre, è l’ultima di Paola Clemente, morta di fatica sotto il sole del 13 luglio del 2015. Sarà presentato lunedì 20 novembre alle ore 18 a Bari presso il Cinema Galleria il film breve “La giornata”, voluto da Cgil Puglia e Flai Cgil Puglia e prodotto da Paky Fanelli per Fanfara srl. Diretto dal regista Pippo Mezzapesa, sceneggiato con Antonella Gaeta, si basa sull’inchiesta fatta da Giuliano Foschini per Repubblica e riporta fatti e dialoghi contenuti negli atti del processo ai caporali della bracciante pugliese e delle sue colleghe.

“Quando ci è stato proposto questo progetto – spiega il segretario generale Cgil Puglia, Pino Gesmundo – abbiamo assieme alla Flai subito aderito sia per la qualità degli autori che per l’idea di ricorrere a un mezzo di comunicazione così popolare per una denuncia civile e per un messaggio politico e sindacale. Il duro lavoro di Paola è quello di migliaia di donne di questa regione, costrette a lunghi spostamenti e a ore di fatica per pochi euro. Quando con gli autori abbiamo fatto vedere il corto a Stefano Arcuri, il marito di Paola Clemente, e abbiamo avuto il suo assenso, le sue parole sono state ‘perché non accada mai più, perché mai nessuno più come Paola’. Facciamo nostre le sue parole”.

“Questo cortometraggio – spiega il segretario generale Cgil Bari, Gigia Bucci – non è solo l’omaggio a una lavoratrice morta di lavoro, ma è per noi un tema imprescindibile di impegno a proseguire con sempre maggiore determinazione la lotta al caporalato, per l’affermazione della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori in una realtà, la nostra, nella quale il fenomeno del lavoro nero è ancora purtroppo una piaga sociale molto radicata. Insieme alla Flai stiamo lottando giorno dopo giorno contro il caporalato, che non emerge solo durante le grandi campagne di raccolta in determinati mesi l’anno, ma è un fenomeno a 360 gradi. Le nostre eccellenze agroalimentari riconosciute in tutto il mondo non devono più essere macchiate indelebilmente dal lavoro nero. Consapevoli che qualità del lavoro e qualità delle produzioni nostrane, insieme alla qualità del tessuto imprenditoriale della nostra terra sono fattori inscindibili tra loro, non ci stancheremo di coinvolgere anche le aziende sane e le associazioni dei produttori in una battaglia comune per estromettere dal settore i tanti avventurieri che lo inquinano”.

“La vicenda di Paola Clemente – ricorda Anna Lepore, segretario generale Flai Cgil Bari – è una ferita aperta per il mondo del lavoro agricolo, perché non si può accettare che una lavoratrice debba barattare la propria vita con una giornata di lavoro in più. La legge 199 del 2016 contro lo sfruttamento del lavoro è certamente una buona legge perché prevede non solo norme di contrasto alle condizioni inumane nelle quali molto spesso sono costretti i lavoratori e le lavoratrici agricole, ma anche di prevenzione, con la previsione di interventi nell’ambito del collocamento e del trasporto pubblico per sottrarre i lavoratori a qualunque forma di ricatto. Esistono però ancora troppe zone grigie di sottosalario e di mancato rispetto degli orari di lavoro contrattuali nelle quali vivono troppi lavoratori ancora. Per tutti loro, perché il lavoro nei campi e nei magazzini ortofrutticoli si liberi definitivamente dal giogo dello sfruttamento la Flai Cgil continuerà la sua attività sindacale, affinché episodi drammatici come quelli dell’estate 2015 non debbano più accadere”.

“Con il passo di un film d’inchiesta che va tramutandosi in un coro tragico – spiega il regista Pippo Mezzapesa –, fedeli alle parole di chi c'era, abbiamo provato a restituire la drammaticità dell'ultima giornata di Paola, ma anche il peso del ricatto delle tante giornate lavorate dalle braccianti nei campi”. La fotografia è firmata Michele D’Attanasio, David di Donatello per “Veloce come il Vento”, con Arianna Gambaccini nei panni di Paola, Franco Ferrante nel ruolo del marito e Vito Facciolla in quello del caporale.

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