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Volantinaggi alle tre del mattino e poi assemblee nelle aziende. Non si ferma la mobilitazione della Flai Cgil contro il caporalato in Puglia e per la piena applicazione della legge 199, Iniziativa tanto più importante dopo gli arresti delle scorse settimane. Alle tre di questa mattina, 27 giugno, la segretaria generale della categoria, Ivana Galli, insieme ad Antonio Ligorio, numero uno della Flai brindisina hanno incontrato lavoratrici e lavoratori. "Per tutta la stagione di raccolta estiva - dice Ligorio - proseguiremo nel presidio del territorio e nella denuncia. Vogliamo informare i lavoratori in merito ai propri diritti, affiancandoli nelle loro richieste".
"In questa provincia – aggiunge Galli – c'è un alto numero di lavoratori che ogni giorno si spostano per lavorare nel barese e nel metapontino, presso aziende che però, nel migliore dei casi, sembrano non curarsi di come quei lavoratori giungano presso i terreni e quanto costi quel servizio di trasporto, che secondo contratto dovrebbe essere a carico delle aziende e non dei lavoratori, costretti a pagare anche 15 euro per spostarsi".
Una vera e propria economia parallela, denuncia Galli "che sulla pelle dei lavoratori genera un giro d'affari enorme. Un sistema che molto spesso si nasconde dietro un'apparente regolarità fatta invece di buste paga non veritiere e orari di lavoro allungati ben oltre quanto previsto dai contratti. Torniamo a chiedere che la legge 199, oltre all'aspetto penale, sia applicata in tutte le sue parti a cominciare dal tema del trasporto e dell'incrocio tra domanda e offerta di lavoro, scardinando così all'origine i due elementi di forza per il sistema del caporalato e dando contemporaneamente risposte concrete e immediate ai lavoratori e anche alle aziende oneste e regolari che sono sul territorio".
È necessario, conclude la sindacalista, "che anche le istituzioni locali facciano la propria parte per la costituzione dei nodi territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. Non è tollerabile che i lavoratori, italiani e stranieri, senza distinzioni, siano costretti ad accettare paghe pari alla metà di quanto prevede il contratto e condizioni di lavoro estremamente gravose e pesanti. A pochi giorni dal triste anniversario della scomparsa di Paola Clemente, morta due anni fa mentre faceva l'acinellatura dell'uva, non vogliamo rivivere drammi che, oggi ancor più di ieri, possono essere evitati".