Dopo l’incontro svoltosi ieri (29 novembre) al ministero dello Sviluppo economico, si complica ulteriormente la vertenza del gruppo Italcementi e i sindacati e le Rsu hanno proclamato lo stato di agitazione. "L’azienda si è presentata senza un piano industriale che rendesse esplicito come volesse organizzare la produzione in Italia dopo l’acquisizione di Cementir e di Cementir Sacci da parte della multinazionale tedesca Heidelberg – si legge in una nota di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil –. L’azienda, dopo aver dichiarato nel confronto sindacale di non essere disposta ad integrare il trattamento di Cigs disdettando di fatto parte degli accordi sindacali (a invarianza di costi), i sindacati sono disponibili al confronto sostenendo le mobilità professionali per una ricollocazione all’interno del gruppo), non si è detta disponibile a ritirare la procedura di licenziamento consentendo la prosecuzione del trattamento di cassa integrazione".

"Il governo Conte, oltre a dare una interpretazione faziosa secondo la quale la prosecuzione della Cigs è negata ai lavoratori che hanno aderito al piano sociale (circa 180 lavoratori rimasti in forza ), ha sostenuto che negli anni passati l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è stato richiesto solo per 'spostare il problema' degli esuberi e non per risolverlo. Di conseguenza la proroga della Cigs non è un atto dovuto, dimenticandosi che la complessità della situazione occupazionale è aumentata dopo l’acquisizione di Cementir e Cementir Sacci e non tenendo in considerazione i dati positivi di riduzione degli esuberi (circa 400 lavoratori ricollocati ) duranti i mesi di Cigs".

"Se si attuasse la posizione del governo si creerebbe un precedente grave nella gestione delle crisi aziendali perché verrebbero penalizzati i Lavoratori che aderiscono ai piani sociali. In questi tre anni l’attività sindacale ha consentito di tenere in Italia il centro mondiale di ricerca del prodotto del gruppo Heidelberg e ha consentito di ridurre gli esuberi con una attenuazione dell’impatto sociale. Il combinato disposto delle due posizioni produrrebbe 347 lavoratori licenziati (di cui 30 in fase di transition) al 31 dicembre 2018", continua il comunicato.

Lo stato di agitazione che si articola nel seguente modo: affissione delle bandiere di Feneal Filca Fillea sui cancelli e sulle portinerie di tutti i siti produttivi e della sede di Bergamo; assemblee in tutti i luoghi di lavoro del gruppo; blocco delle prestazioni straordinarie e delle flessibilità di orario di lavoro; valutazione di indizione dello sciopero di gruppo per lunedì 17 dicembre 2018 con manifestazione nazionale in via Fornovo a Roma, in coincidenza con l’incontro convocato al ministero del lavoro.

Sindacati e coordinamento nazionale delle Rsu di Italcementi ribadiscono "che hanno il diritto di conoscere gli assetti produttivi del gruppo e i relativi investimenti e i lavoratori hanno il diritto ad avere le tutele sociali utili ad accompagnare questa difficile fase. La multinazionale tedesca Heidelberg deve rispettare gli accordi sottoscritti e il governo deve assumere una posizione chiara rispetto alla protezione sociale di 347 lavoratori di Italcementi".