“Al momento non ci è stato comunicato nulla, siamo ancora in attesa di un incontro formale in cui ci dicano ufficialmente cosa succederà al nostro ente. Quindi andiamo avanti con la nostra mobilitazione, anche per dare voce agli altri enti coinvolti in questi tagli”. A dirlo è Franco Cesari, uno dei lavoratori dell’Isfol in lotta contro la soppressione dell’ente pubblico di ricerca, chiarendo così che la loro protesta non si ferma. “In un primo momento - ricorda Cesari, fondatore della pagina Facebook in cui si dà voce a questa occupazione - si era parlato di una vera e propria chiusura decisa nella manovra, poi da ieri sera (26 maggio) è iniziata a circolare la voce che l’Isfol sarebbe stato tolto dal provvedimento, ma noi non sappiamo nulla”.

In mattinata l’agenzia
Dire riporta una nota del ministero del Lavoro in cui si afferma che “l’Isfol non solo non è stato soppresso, ma è stato rafforzato con la confluenza in esso dello Ias, l'Istituto per gli Affari sociali”. Tuttavia, insiste Cesari, i lavoratori di tutto ciò non sanno nulla. “Mancano certezze anche su questa eventuale fusione - spiega -. I colleghi dello Ias sarebbero i benvenuti, ovviamente, ma bisogna vedere come e se questo accorpamento verrà effettuato, considerando che qui c’è ancora il bilico il futuro dei nostri 270 precari. E poi - conclude - chi ci garantisce che nel prossimo futuro non ci saranno blitz analoghi? Ripeto, vogliamo rassicurazioni vere per il futuro dell’ente e per il momento non ne abbiamo”.

L’ultima assemblea dei lavoratori, stamani, ha perciò deciso di non sospendere le iniziative di protesta. In questo momento è in corso un “flash mob” intorno al palazzo di via Morgagni 33. Questa sera dalle 19 alle 23 si terrà un’assemblea pubblica. Confermati, al momento, anche i due sit-in di domani (venerdì 28 maggio) a Montecitorio (ore 10-13) e davanti alla sede di Bankitalia in via Nazionale (ore 15-18).

(MM)