Si tiene nei prossimi giorni a Torino il G7 su lavoro, scienza e industria, un appuntamento cruciale per la vita e il benessere dei popoli. “Finalmente i governi tornano a occuparsi di temi appaltati negli ultimi anni unicamente al mercato, nell'idea imperante secondo cui sarebbe bastato lasciare le mani libere per ottenere il benessere diffuso. È una discussione che, per la portata dei cambiamenti legati all'innovazione, non può essere fatta a compartimenti stagni. C'è la necessità di una riflessione collettiva che parta proprio da chi al G7 non ci sarà, cioè il mondo del lavoro, quello accademico-scientifico e anche le imprese. Diamo un segno di apertura e ribadiamo la volontà di un confronto, convinti come siamo che questa sfida la possano vincere i sistemi, non i singoli poteri”. Alessio Gramolati, responsabile dell'Ufficio Progetto Lavoro 4.0 e del coordinamento Politiche industriali della Cgil, spiega così a Rassegna il significato del Forum nazionale dell'industria, del lavoro e dell'innovazione che si svolge oggi, 21 settembre (qui il programma).

Rassegna Il Forum sarà concentrato in un'unica giornata con una formula che si annuncia innovativa. Puoi darci qualche dettaglio?

Gramolati Ci saranno molte novità. Anzitutto sarà l'occasione per presentare la Consulta industriale legata al mondo accademico e della scienza, con decine di esperti e studiosi che hanno offerto il loro contribuito volontario. Saranno protagonisti, al pari di tutti gli altri che parteciperanno, tramite due modalità d'intervento: nei tavoli tematici, alla maniera tradizionale, oppure online sulla piattaforma Idea diffusa. Un mix tra il vecchio e il nuovo, perché maggiore partecipazione equivale a maggiore qualità del confronto. Al termine della giornata, questo imponente lavoro con gli stakeholder sarà sintetizzato nella tavola rotonda con il segretario generale della Cgil Susanna Camusso e un gruppo di qualificati rappresentanti del sistema delle imprese, coordinata dal vicedirettore del Sole 24 Ore.

Rassegna Qual è il vostro obiettivo?

Gramolati L'innovazione non può essere un motore di accumulazione di ricchezza e disuguaglianze, lo sosteniamo da tempo. Le democrazie si devono dotare di politiche industriali più sostenibili, inclusive e innovative. Ma per farlo c'è bisogno di un dibattito pubblico: maggiore sarà la partecipazione, più facile sarà evitare gli errori del passato che hanno portato l'industria ai margini del dibattito e dell'iniziativa politica dei governi.

Rassegna A proposito, che giudizio ti sei fatto delle ultime scelte politiche su questi temi?

Gramolati L'esecutivo sta affrontando alcuni problemi in maniera positiva, lasciandone però altri accantonati e irrisolti. Non a caso i segretari confederali della Cgil che partecipano al Forum sono andati a parlare con il ministro Calenda, alla cabina di regia, per chiedere che accanto al piano Industria 4.0 si determini anche un piano del Lavoro 4.0. Bisogna costruire un ambiente favorevole all'innovazione a partire dalla formazione e dalle competenze, e questo si deve fare attraverso un principio di inclusività, pensando anche ai molti, troppi, che non lavorano, come accade soprattutto nelle regioni meridionali.