Il terzo giorno di protesta dei lavoratori dell'Ilva di Cornigliano di Genova si va a chiudere con un primo successo dei lavoratori che chiedono il mantenimento degli impegni sanciti dall'Accordo di programma siglato nel 2005. Dopo alcuni momenti di tensione nella giornata – in un primo tempo il corteo degli operai diretto verso la Prefettura era stato bloccato – i lavoratori hanno ottenuto che all'incontro del 4 febbraio a Roma sarà presente un esponente del governo, il sottosegretario Simone Vicari. "Abbiamo fatto gol, è quanto volevamo" ha commentato a caldo Bruno Manganaro, segretario Fiom, che non ha lesinato critiche a Fim e Uilm che si erano dissociati dalla protesta.

In piazza ci sono circa 600 operai tra dipendenti di Ilva, Ansaldo Sts, Ansaldo Energia, Piaggio, Selex, Fincantieri con delegazioni dei camalli della Culmv, di Amiu e sindacalisti di Filt e Filctem Cgil. Chiedono il rispetto dell'accordo di programma e la conseguente garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali e di reddito. Chiusa la strada sopraelevata Aldo Moro in direzione ponente.

“Non servono osservatori ma decisioni politiche”, ha affermato ieri il segretario della Cgil Susanna Camusso, a Genova a un incontro sulla Carta universale dei diritti dei lavoratori che si svolge a poche centinaia di metri dal corteo di operai. "Giustamente viene chiesto un incontro con il ministro Guidi o con il governo - spiega Camusso - perché c'é un nodo da sciogliere che si chiama Accordo di Programma sottoscritto dall' esecutivo. La presenza di un funzionario c'é già stata e non ha potuto dare risposte". Sulla presa di distanze di Fim e Uilm dalla manifestazione e dalla occupazione della fabbrica, Camusso ha detto: “Bisogna sempre lavorare per l' unità ma prima di tutto vengono la situazione occupazionale e le prospettive dello stabilimento". Infine un appello ai cittadini alla solidarietà.
 

Sulla vertenza è intervenuto anche questa mattina Maurizio Landini, durante Agorà su Rai3: "Se salta l'Ilva, salta un pezzo di Genova. Non è una semplice difesa del posto di lavoro, ma anche la difesa di un sistema economico e produttivo. Ieri si sono bloccate anche Gela, la Sardegna. Il problema è nazionale, perché  il Governo non mantiene gli impegni che ha sottoscritto", come riporta l'agenzia Dire. "Nell'Ilva – ha continuato il segretario generale della Fiom – abbiamo buttato soldi pubblici  mantenendola privata, questo è stato il disastro. In questi anni  l'esproprio ai Riva poteva essere una soluzione. Ora, senza un intervento pubblico, magari attraverso la Cassa depositi e prestiti, l'Ilva non la risaneremo mai, perché in Italia non c' è un solo imprenditore in grado di investire 4 miliardi su quella azienda". In Europa, ha aggiunto Landini, "altri Stati sono già intervenuti per mettere in sicurezza le acciaierie, perché non esiste una politica industriale che rinunci alla siderurgia".

Già due giorni fa gli operai dell'Ilva di Genova avevano trascorso la notte in fabbrica ed erano scesi nuovamente in strada ieri, con un blocco stradale durato circa 12 ore con gravi conseguenze per il traffico nel ponente cittadino. Centinaia di lavoratori aderenti alla Fiom Cgil avevno dato vita ad un nuovo corteo bloccando l'accesso alla strada sopraelevata e al casello autostradale di Genova Ovest. Alla manifestazione, aperta da un lungo striscione con scritto "Pacta servanda sunt", ha partecipato anche un gruppo di studenti. La Fiom, assieme alla Failms, chiede la presenza di un membro del governo all incontro che si terrà al Ministero dello Sviluppo Economico il 4  febbraio.