"La richiesta dell'Ilva di quasi 5mila lavoratori in cassa integrazione straordinaria è inaccettabile, l'abbiamo detto e lo ribadiamo". Il segretario nazionale della Fiom Cgil, Rosario Rappa, non usa giri di parole durante la conferenza stampa di oggi, 15 febbraio, sull'impianti siderurgico a Taranto.

Sono infatti 4.984 i lavoratori che l'azienda ha dichiarato in esubero temporaneo a fine gennaio e per i quali sono stati chiesti gli ammortizzatori sociali a partire da marzo, quando scadranno i contratti di solidarietà. Nel documento consegnato ai sindacati durante l'ultimo consiglio di fabbrica, l'Ilva ha affermato di ritenere necessario "effettuare fermate parziali o anche totali di tutti gli impianti a valle e a monte del ciclo produttivo a caldo di Taranto, con inevitabile riduzione del fabbisogno di risorse umane".

"Nel 2015, quando si sono prodotti quasi 5 milioni di tonnellate, l'Ilva - osserva Rappa - ha avuto fuori dal ciclo produttivo, con i contratti di solidarietà e quindi equivalenti alla cassa integrazione, dai 1200 ai 1800 addetti, perché adesso chiederne 4984 in cassa integrazione considerato che l'anno scorso a Taranto si è prodotto di più, attestandosi quasi a 6 milioni di tonnellate? Non vorrei - continua il sindacalista - che i commissari stessero lavorando per ridimensionare l'organico, portare Taranto da 11mila a 6mila addetti, e quindi venire incontro alle richieste di qualche compratore, Arcelor Mittal nello specifico."

Le parti, in ogni caso, sono convocate al ministero dello Sviluppo economico per il prossimo 20 febbraio, alle ore 12. Rappa sottolinea "la positività della rapida convocazione da parte del viceministro Mise, Bellanova”. E, conclude, “il fatto che sarà lei stessa a presiedere il confronto, oltre l'intervento del governo che nel decreto legge Sud ha inserito un emendamento per aumentare e migliorare con 24 milioni nel 2017 la copertura degli ammortizzatori sociali per i lavoratori Ilva”.