E' confermato lo sciopero di 8 ore di domani (29 novembre) di tutto il gruppo Ilva, ma viene annullata la  manifestazione in programma a Roma. A deciderlo le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm dopo che, spiegano in una nota, "nella mattinata di oggi si è abbattuta sullo stabilimento di Taranto una grossa tromba d'aria di forte intensità che ha avuto come conseguenza decine di feriti e un disperso oltre a ingenti danni nello stabilimento e sul territorio tarantino". 

I sindacati decidono quindi di confermare lo sciopero di 8 ore di tutto il gruppo e annullare la manifestazione prevista a Roma, mantenendo un presidio sotto la presidenza del Consiglio in concomitanza con l'incontro previsto. 

Il decreto Ilva arriverà venerdì in Consiglio dei ministri. Lo comunica il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti: “Venerdì ci sarà sicuramente la discussione dei provvedimenti da prendere e spero che già saremo in grado di avere il decreto su cui stiamo lavorando, un decreto che ha come obiettivo di sciogliere un nodo che si è aggrovigliato che richiede uno sblocco”.

Intanto, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini torna ad attaccare la magistratura: 'Con quella operazione di fatto ha creato le condizioni per la chiusura degli impianti, ovvero le condizioni per rendere impossibile l'attuazione del Piano di risanamento del governo”, afferma a.a 'La Telefonata' in onda su Canale 5, parlando del sequestro dell'area a freddo dell'Ilva. Poi, il ministro dell'Ambiente parla dell'esistenza di "molti interessi" a che non si risolva la questione.

"Interessi politici espliciti - dice Clini - di chi nei mesi scorsi anche in campagna elettorale a Taranto ha chiesto ripetutamente la chiusura dell'Impianto e ci sono interessi oggettivi, non dico un grande vecchio, per cui se chiude l'Ilva i concorrenti europei e asiatici fanno festa”.