Sciopero di 24 ore oggi (giovedì 16 febbraio) alla Aferpi di Piombino, con corteo dal piazzale della direzione alla sede del Comune. I lavoratori sono nuovamente in piazza, proseguendo un percorso di mobilitazione aperto lo scorso dicembre, per chiedere a società e impresa certezze sul piano industriale e sulle prospettive aziendali. Risposte che dovrebbero arrivare nel pomeriggio di martedì 21 febbraio, nel corso dell’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e i rappresentanti di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Ugl nazionali e locali (cui partecipano anche il commissario straordinario Piero Nardi, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il sindaco di Piombino Massimo Giuliani e il commissario dell'Autorità portuale competente Luciano Guerrieri).

“È necessario che nell'incontro del 21 il governo assuma decisioni chiare, dando risposte definitive alle nostre rivendicazioni” spiegano Rosario Rappa e Mauro Faticanti (segretario nazionale e responsabile siderurgia della Fiom Cgil): “I lavoratori continuano a ribadire la necessità che vengano garantiti gli attuali ammortizzatori sociali, finanziato il piano industriale nella sua interezza e prorogati i tempi della legge Marzano oltre il prossimo 1 luglio”. Rappa e Fatiganti rimarcano che “il tempo sta per scadere e che gli impegni assunti dalle parti vanno mantenuti. La mobilitazione continuerà e s’intensificherà fino a quando tutti i lavoratori avranno ripreso l'attività”.

I sindacati denunciano enormi ritardi nell’attuazione del piano della società di rilancio del polo industriale (il cosiddetto “Progetto Piombino”, configurato nell'accordo di programma del 2014), che stanno provocando il lento spegnimento dello stabilimento. Ritardi che sono stati confermati nel vertice dell’8 febbraio scorso tra il ministro Calenda e il presidente della Aferpi Issad Rebrab. L’intenzione del governo sarebbe quella di concedere all’azienda un’ulteriore proroga, fino a metà marzo, sulla presentazione del piano industriale e del cronoprogramma, con l’esecutivo che si riserverebbe in un secondo tempo di verificarne la fattibilità.