FOTO DELL'ARCHIVIO NAZIONALE CGIL

"A rompere gli indugi furono gli operai dell'Omeca, la fabbrica di Reggio, colpita nella notte da una bomba: 'Voi ve ne andate, noi restiamo qui. Se non la facciamo oggi, la manifestazione, non la facciamo più'. E così, loro in testa, le lettere che componevano la parola Omeca stampate su veri e propri scudi, cominciammo ad avanzare. La piazza di cui ti dicevo si aprì: un clima stranissimo, chi ci salutava a pugno chiuso, chi faceva il saluto romano".

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