“Abbiamo sempre detto che la partita non si chiude con l'approvazione in parlamento della legge delega di riforma del mercato del lavoro, anche perché come è noto la delega ha bisogno dei decreti attuativi, dei decreti delegati, quindi è una partita che per noi rimane aperta. Questo rimane uno dei motivi importanti dello sciopero generale del 12 dicembre, perché le mediazioni che sono state trovate in parlamento non ci soddisfano. In modo particolare sul versante dell'articolo 18 e sul il tema del precariato, che è un tema fondante della Cgil e sul quale non ci sembra che il testo che in discussione rappresenti una vera svolta, per usare un termine caro a Renzi”. E' quanto ha detto Gianna Fracassi, segretaria confederale della Cgil, ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1.

L'attacco in atto al mondo del lavoro e alla sua rappresentanza, però, s'intreccia, inevitabilmente con i risultati del voto in Emilia Romagna e in Calabria. “Di sicuro il dato dell'astensione è una brutta notizia – continua Fracassi - , in Emilia in modo particolare, perché è dirompente. Questa per la Cgil non rappresenta una buona notizia. Per un sindacato come il nostro quello della partecipazione democratica resta uno dei punti centrali. E' evidente, però, che questo dato rappresenta un punto di grande preoccupazione. Perché il tema del lavoro e del conflitto con le rappresentanze sindacali è un punto che pesa in questi esiti. Anche se non c'è solo questo, è comunque un dato, anche perché l'attacco al sindacato si è perpetrato fino all'ultimo minuto della campagna elettorale. Tutto questo non fa bene al paese, in una fase in cui invece la rappresentanza sociale sarebbe non da rottamare, come sembra voglia fare il governo, ma da valorizzare. Proprio perché siamo in una situazione molto difficile di crisi economica e sociale”.

Per quanto riguarda la Calabria, poi, secondo la sindacalista, “la questione del Mezzogiorno oggi è davvero troppo difficile. Il governo non ha dato una risposta adeguata sul versante economico, perché non c'è una risposta adeguata sul versante delle politiche industriali, delle politiche di rilancio. E non c'è una risposta adeguata neppure sul versante del supporto a una situazione di estrema povertà che quei dati focalizzano in modo particolare. La disoccupazione giovanile in Calabria è drammatica. A fronte di tutto questo non bastano le belle parole, l'annuncio, lo slogan. Occorre, in un progetto complessivo di rilancio e di sviluppo dell'occupazione in Italia, un ragionamento ad hoc per il mezzogiorno. Senza dimenticare il tema, anche questo non è molto affrontato dal governo, della lotta all'illegalità, alla criminalità organizzata”.

Abbandonando il sud, però, si abbandonano anche le periferie e le fasce di popolazione più vulnerabili. 
”Noi abbiamo chiesto – ha conlcuso Fracassi - che si proceda a un grande piano di edilizia sociale. Invieremo presto, insieme al Sunia, una lettera al ministro Lupi perché sblocchi le risorse che potrebbero essere utilizzate a questo scopo, e che sono bloccate da mesi. Intendiamo avviare all'interno di un quadro più complessivo un ragionamento sulle politiche abitative che metta in evidenza quelli che sono per noi i 4, 5 punti importanti per dare una risposta. Dopo di che c'è un disagio che parla della qualità dell'abitare in alcune zone delle nostre grandi città, delle nostre periferie, di servizi che non ci sono, di una situazione di grave difficoltà e di povertà che non si affronta soltanto parlando di casa, ma necessita invece forse di una serie di interventi un po' più complessi”.