Art. 2 Diritto al lavoro

  1. Ogni persona ha il diritto di svolgere un lavoro o una professione liberamente scelti o accettati.

  2. Ogni persona ha il diritto di godere di servizi gratuiti di collocamento e di beneficiare dei livelli essenziali, stabiliti dallo Stato, delle prestazioni in materia di orientamento e di aiuto nella ricerca di un lavoro adeguato alla sua condizione soggettiva, conforme con le sue attitudini personali e i suoi interessi, in considerazione delle possibilità offerte dal mercato del lavoro, delle quali deve essere costantemente e correttamente informato.

  3. Adeguate misure di politica del lavoro assicurano che il diritto al lavoro sia reso effettivo, anche attraverso forme di sostegno economico e assistenza tecnica alla nascita e allo sviluppo di attività innovative che migliorino la qualità della vita e il benessere delle persone e della collettività, la tutela dell’ambiente e la cura del territorio.

  4. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio.

 

Riaffermare in chiave moderna il diritto al Lavoro, riprendendo il principio fondamentale contenuto nell'articolo 4 della Costituzione, ma aggiornandolo ed estendendolo. Questo è l'obiettivo dell'articolo 2 della Carta dei diritti universali del Lavoro, come spiega ai microfoni di Radioarticolo1, la professoressa Fausta Guarriello, docente di Diritto del Lavoro all'Università di Chieti. "Nella formulazione della Carta - sottolinea la docente, all'interno della nuova rubrica "Una firma per il Lavoro" - il diritto è prima di tutto riferito ad ogni persona e non solo al "cittadino". Oltre a questo, si dà particolare importanza alla libertà di scelta rispetto all’attività che si intende svolgere, con un richiamo evidente all'articolo 15 della Carta di Nizza o Carta Europea dei diritti fondamentali".

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E il diritto a scegliere si sostanzia poi nel diritto a godere di servizi gratuiti di collocamento, orientamento e ricerca: "Questo vuol dire - osserva ancora la professoressa Guariello - garantire il diritto non ad un lavoro purché sia, ma a un impiego adeguato alla condizione soggettiva e conforme alle attitudini personali, agli interessi e alla capacità professionale, tenendo naturalmente conto delle possibilità offerte dal mercato del lavoro, delle quali la persona deve essere adeguatamente informata".

"Si tratta dunque - continua la docente -  di prendere sul serio, come bene di interesse pubblico, servizi per l'impiego degni di questo nome", avendo a modello "i sistemi europei più performanti, che riescono meglio e in tempo utile a svolgere un'attività capillare di orientamento e collocamento, quali che siano il settore di impiego e il tipo di contratto".

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