"Ideal Standard si prepara a licenziare unilateralmente 450 lavoratori chiudendo lo stabilimento di Orcenico a Pordenone dopo un anno di vertenza e ben 3 accordi al Mise in cui la direzione della multinazionale aveva accettato la cassa integrazione in deroga e sottoscritto una serie di impegni per la cessione ad altri della attività industriale. Questo è il risultato di una posizione irresponsabile che il gruppo ha tenuto al tavolo convocato al Ministro dello Sviluppo economico per la ricerca di soluzioni riguardante lo stabilimento friulano". È quanto riporta una nota congiunta delle segreterie Cgil nazionale e regionale Friuli Venezia Giulia.

"Nonostante tutti tentativi messi in campo dal Ministero e dalla Regione Friuli, rappresentata dal Presidente Serracchiani, l'azienda - prosegue la nota - si è dimostrata irremovibile nella sua posizione di totale indisponibilità a procedere nella richiesta di cassa integrazione per evitare i licenziamenti e di messa a disposizione di una parte dello stabilimento per favorire una possibile reindustrializzazione e per questa via salvaguardare almeno una parte dell'occupazione".

Per la Cgil Nazionale e Friuli "è inaccettabile che il gruppo, che rappresenta una quota importante nella produzione di ceramica sanitaria in Italia, possa tranquillamente infischiarsene dei patti sottoscritti non solo con chi rappresenta i lavoratori ma con le istituzioni tutte, le comunità locali e lo Stato Italiano. La vicenda pone una questione che va al di là del contesto locale: è infatti necessario immaginare strumenti che consentano di evitare che da parte di alcune multinazionali il territorio venga considerato come puro terreno di conquista e abbandonato quando genera minori profitti".

La Cgil, "che ha voluto organizzare proprio a Pordenone il primo maggio", ribadisce "che i lavoratori dell’Ideal Standard di Orcenico non possono essere lasciati soli nel momento in cui vengono messi sulla strada insieme alle loro famiglie dopo che per mesi hanno lottato per avere un accordo che desse loro una speranza. Nonostante la difficile situazione sarà fatto perciò tutto il possibile, coordinandosi con le Istituzioni, per sostenere una soluzione alternativa alla chiusura". Il sindacato guidato da Susanna Camusso fa infine sapere che "sosterrà con tutte le proprie strutture la decisione unitaria di coinvolgere tutti i lavoratori del gruppo con una iniziativa di sciopero che si terrà nella giornata di martedì 15 luglio".