Venerdì 2 maggio

ore 17.30 Apertura delle Giornate del Lavoro tra Piazza Cavour e Piazza Tre Martiri 

Piazza Tre Martiri
ore 17.30 saluti istituzionali, intrattenimento musicale, danze, letture, pane e pizza offerti dalla gentile collaborazione della Flai Cgil

Teatro degli Atti
ore 21.00-22,00 DONNE e POTERE
Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati
Intervistata da: Natalia Aspesi, giornalista de La Repubblica

Sabato 3 maggio


L'ITALIA CHE REAGISCE
GIUSTIZIA PER I CITTADINI E LEGALITA' ECONOMICA 

La legalità rappresenta una condizione centrale per la crescita, la lotta per affermarla è imprescindibile per uscire dalla crisi. Bisogna mettere il lavoro e la dignità delle persone al centro di un percorso di riscatto, civile e sociale, combattere l'illegalità economica, aggredendo i patrimoni della criminalità organizzata, per restituirli alla collettività. 
Si tratta di patrimoni, fatti di denaro sporco, che vanno oltre il 10% del Pil: 170 miliardi di euro l'anno, 75 sottratti al fisco.
Con la campagna 'Io riattivo il lavoro', la Cgil ha raccolto centinaia di migliaia di firme per una legge di iniziativa popolare per l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata.
Al momento falliscono il 90% delle attività produttive oggetto di confisca. Le aziende confiscate sono circa 1600. A queste vanno aggiunte tutte quelle sequestrate, che si stima siano almeno dieci volte tanto.
Bisogna invertire questa tendenza, sfidando le mafie sul terreno economico e sociale, contrapponendo al malaffare e all'illegalità il lavoro, presupposto di libertà, individuale e collettiva.

Sala dell’Arengo
ore 10,30-11,30 
Paolo Beni, Presidente Arci
Livia Pomodoro, Presidente Tribunale di Milano

CULTURA, TURISMO, COMUNICAZIONE COME FATTORE DI SVILUPPO
In Italia si estende il patrimonio artistico e culturale più importante al mondo. Con 49 siti Unesco siamo la nazione che custodisce il maggior numero di patrimoni dell'umanità. Un 'museo diffuso', di valore inestimabile.
Alla parola cultura, però, le politiche degli ultimi anni, hanno spesso associato la parola tagli. Il bilancio dei Beni e delle attività culturali è passato dai 2,7 miliardi di euro del 2001 a 1,5 miliardi del 2013. Una visione poco lungimirante che ha prodotto un sottoutilizzo economico del patrimonio, portando l'Italia a perdere numerose posizioni nell'industria europea del turismo.
Nell'agenda politica di un Paese come l'Italia, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale deve essere una priorità, una scelta strategica per il futuro e per la creazione di nuovi posti di lavoro, A partire da investimenti in manutenzione, restauro, innovazione , comunicazione, organizzazione dell'offerta. Cultura e turismo significano sviluppo.

Sala dell'Arengo
ore 12,30-13,30 
Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività Culturali e Turismo
Patrizia Asproni, Presidente Fondazione Torino Musei
Renzo Iorio, Presidente Federturismo Confindustria

NUOVI CITTADINI, L'ITALIA CHE SIAMO
Oggi non si può più continuare a considerare l'immigrazione come un evento casuale da gestire in modo emergenziale. E' qualcosa di diverso, è un fenomeno strutturale: in Italia vivono oltre 5 milioni di persone immigrate. E' il 7,4% della popolazione del nostro paese. Sono lavoratori e lavoratrici, famiglie. Ma anche bambini e giovani. I minori sono oltre un milione. 786 mila sono iscritti nelle scuole, circa la metà è nata nel nostro paese. Sono un'importante risorsa. 
Una risorsa che però sta pagando caro il prezzo della crisi. Più degli italiani. Negli ultimi 5 anni il tasso di disoccupazione tra i lavoratori immigrati è praticamente raddoppiato, arrivando a sfiorare il 18%.
Quello dei nuovi cittadini è dunque oggi un tema centrale. Il dibattito in corso sullo ius soli non può che diventare un monito a voltare pagina, a cercare una svolta culturale e legislativa. 
Con l'obiettivo di superare l'impostazione securitaria che domina l'attuale quadro legislativo. Per coniugare il rispetto della dignità e dei diritti con un razionale governo dell'immigrazione.nuovi cittadini 

Teatro degli Atti
ore 11,00-12,30 
(Introduzione con racconti di delegati dal mondo)
Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia
Giuseppina Maria Nicolini, sindaco di Lampedusa
Vera Lamonica, Segretario Confederale Cgil

LA RICERCA IN ITALIA. LECTIO MAGISTRALIS DI ROBERTO CINGOLANI
Investire nella ricerca e nell'innovazione significa garantire al Paese un progresso sociale ed economico. La crisi e la lunga fase di disinvestimento nell'innovazione hanno determinato la perdita di numerosi laboratori di ricerca a fronte della chiusura di grandi multinazionali: Novartis, Merck, Sanofi o Glaxo per citarne solo alcune. Continuiamo inoltre ad assistere all'incessante esportazione di capitale intellettuale: ogni anno circa 5mila giovani tra laureati e ricercatori lasciano l'Italia per trasferirsi nel Regno Unito (16%), Francia (15%), Germania (12%), Svizzera (11.3%). 
L'investimento in ricerca e sviluppo dei Paesi UE, secondo recenti dati ISTAT, ha raggiunto nel 2010 i 247miliardi di euro. Il dato italiano, con una spesa di 19.625 milioni di euro, conferma una 'cronica debolezza' del nostro Paese in questo campo. Tale spesa rappresenta infatti l'8% del totale dei 27 Paesi europei, laddove Germania contribuisce agli investimenti in Ricerca e Sviluppo per il 28.3% e la Francia per il 18% e il Regno Unito per il 12.5%.
Attraverso il sostegno alla ricerca pubblica e l'incentivazione di quella privata si può difendere il lavoro, anche riqualificandolo. E' necessario predisporre un vero Piano Nazionale della Ricerca che dialoghi con la politica dello sviluppo e dell'innovazione, recuperando le risorse tagliate negli ultimi anni e rilanciando gli investimenti, favorendo forme di interazione tra ricercatori e sistemi di sviluppo.

Teatro degli Atti
ore 16,00-17,00
Come si fa ricerca oggi in Italia?
Lectio magistralis di Roberto Cingolani, Direttore Scientifico dell’IIT di Genova

L’INGIUSTIZIA SOCIALE COME FONTE DEL POPULISMO EUROPEO: LECTIO MAGISTRALIS DI ROMANO PRODI
Il sogno dell'Europa più bella, quella dello sviluppo e dell'eguaglianza è stato bruscamente interrotto. Le politiche liberiste e l'austerità rischiano di cancellare la speranza per milioni di ragazze e ragazzi e chiudere la porta dello spazio della conoscenza e del grande bacino degli scambi e delle idee. Europa, per la Cgil, continua ad essere una grande scommessa all'insegna del benessere e dello sviluppo sostenibile perché gli Stati nazionali, uniti, possono trovare il nuovo equilibrio del sistema di Welfare. 
La culla storica della libertà, della solidarietà e della fraternità non abbandona per strada nessuno. 
Per questo bisogna recuperare il tempo perduto: dare risposte alla disoccupazione di massa, superare il lavoro precario, trovare accordi tra i governi per coordinare le politiche fiscali all'insegna della giustizia sociale.
Il più importante esperimento di Unione della storia attende da tutti, dai lavoratori e dal sindacato, un contributo nella partecipazione attiva. Alla politica spettano le scelte che segneranno la strada dopo i fallimenti dell'era dell'austerità: investimenti per la crescita sostenibile e l'occupazione e per costruire un sistema efficiente di servizi pubblici.

Teatro degli Atti
ore 18,00-19,00 
Lectio magistralis di Romano Prodi

PENSIONATO CHI? FINIREMO TUTTI E TUTTE NON PIU' PENSIONABILI?
In Italia la previdenza pubblica è nata nel 1898 e nel corso degli anni si è trasformata in uno dei tasselli fondamentali su cui si è costituito il nostro Stato sociale. La pensione garantisce un diritto elementare: un’esistenza dignitosa e non afflitta dalla necessità dopo una vita di lavoro.
Eppure, secondo l'Istat, nel 2012 il 42,6% dei pensionati ha percepito un reddito inferiore a 1.000 euro al mese, mentre oltre mezzo milione di italiani con più di 50 anni non ha mai versato contributi. Per non parlare dei più giovani: l'Ocse ha recentemente lanciato l'allarme per “i lavoratori con carriere intermittenti, sempre più vulnerabili al rischio di povertà durante la vecchiaia”.
La crisi, insomma, da ben prima del 2008, sta ritardando l’entrata nel mondo del lavoro di milioni di giovani e abbassando sempre di più il valore economico delle retribuzioni. Dalla riforma del 95 l'ammontare si calcola col sistema contributivo, mentre la riforma Fornero del 2011 ha reso l'accesso alle pensioni una vera e propria ad ostacoli. Se non si corre ai ripari rischiamo di creare un esercito di pensionati sempre più anziani e poveri. La politica batta un colpo.

Piazza Tre Martiri
Ore 11,00-12,00 (In caso di maltempo l'appuntamento si terrà al Teatro Novelli, via Cappellini 3)
Vittorio Conti, Commissario Straordinario INPS
Michele Raitano, Ricercatore in Politica Economica Università Sapienza
Teresa Bellanova, Sottosegretario al Ministero del Lavoro
Titti Di Salvo, Vice Presidente Commissione Parlamentare di Controllo sull’attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e di assistenza sociale
MODERA: Angelo Marano, membro del Collegio dei sindaci INAIL 

DEMOCRAZIA 2.0. COMUNICAZIONE E LIBERTA' DI INFORMAZIONE
In tempi di democrazia imperfetta, di leggi elettorali che scardinano i principi della rappresentanza e il rapporto tra cittadini ed eletti, prendono piede le pratiche di democrazia diretta attraverso la Rete. La cosiddetta democrazia 2.0. 
Ossia un sistema che consente di esprimersi attraverso il web su questioni di interesse pubblico, a cominciare dalla scelta dei candidati. Ma queste nuove forme sono davvero più “democratiche” di quelle tradizionali? Chi controlla i processi di voto? Chi ne garantisce la trasparenza, dietro le piattaforme software? E, soprattutto, è davvero giusto esprimere un voto senza aver prima ottenuto tutte le informazioni necessarie per deliberare?
Forse, come scrive la Cgil nel suo Piano del lavoro, l’unica via per innovare la politica e la democrazia è una partecipazione cognitiva, consapevole e responsabile. La potremmo chiamare, quando arriverà, democrazia 3.0.

Piazza Tre Martiri
ore 17,30-18,30 
In caso di maltempo l'appuntamento si terrà alla Sala dell'Arengo, Piazza Cavour
Lorenza Lei, AD RAI Pubblicità
Annamaria Testa, esperta di comunicazione Università Bocconi
Roberto Cotroneo, giornalista
Nicola Nicolosi, Segretario Confederale CGIL
MODERA: Alessandra Ravetta, Condirettore Prima Comunicazione

Domenica 4 maggio

AUSTERITY CONTRO DIRITTO ALLA SALUTE: QUALE FUTURO PER LA SANITA' PUBBLICA?
La crisi della sanità italiana sta tutta scritta nei suoi numeri: ammontano a 30 miliardi i tagli negli ultimi quattro anni; sono 65.000 posti letto in meno negli ospedali dal 2000 ad oggi, ma al loro posto pochi servizi alternativi come le case della salute. Sono 35.000 i precari tra personale medico e sanitario.
E ancora: oggi mancano 40.000 infermieri, mentre tutti i lavoratori sono senza contratto dal 2009. Ma la crisi si rispecchia anche nei milioni di italiani che rinunciano a curarsi per l’eccessivo peso dei ticket. 
Per questo la Cgil crede fermamente che vada ricostruita l’universalità del Servizio sanitario nazionale, per assicurare a tutti il diritto alla salute.
L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche, inoltre, reclamano una risposta in particolare alla non autosufficienza. Con più prevenzione, assistenza territoriale e cure primarie, ma anche più integrazione tra sociale e sanità. Investire in salute produce lavoro, diritti e sviluppo: fa bene all'Italia.

Sala dell’Arengo
ore 10,00-11,00 
Vito De Filippo, sottosegretario ministero della Salute
Catiuscia Marini, Presidente Regione Umbria
MODERA: Luca Landò, Direttore de L’Unità

L'ITALIA CHE CRESCE
La produzione industriale ridotta del 25%, un quarto del tessuto industriale perduto. Il Pil crollato di 10 punti, oltre 1,2 milioni di posti di lavoro in meno. E l'esercito fatto di disoccupati, inoccupati, scoraggiati e sottoccupati di oltre 7 milioni di persone, di cui più della metà sotto i 35 anni.
Sono solo alcuni dei numeri degli anni della crisi. Numeri che ci dicono di un processo di deindustrializzazione devastante e di un paese che declina.
Ma c’è anche un’Italia che cresce. Magari si vede poco, sicuramente non se ne parla abbastanza, e tuttavia nella crisi, dai settori del made in Italy alle medie imprese innovative, c’è stata, anche se in misura ancora insufficiente, una risposta vitale.
Ricerca e innovazione, infrastrutture materiali e immateriali, beni comuni sono alcune delle parole chiave del passaggio a un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale. Centrali, per quest’obiettivo, un nuovo ruolo del pubblico e una contrattazione sindacale capace di accompagnare lo sviluppo. 

Sala dell'Arengo
ore 12,00-13,00 
Federica Guidi, Ministro per lo Sviluppo Economico
Riccardo D’Angelo, fondatore Edisonweb
Patrizio Bianchi, Assessore alla scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro della Regione Emilia Romagna 
Aldo Bonomi, sociologo
Elena Lattuada, Segretario Confederale CGIL
MODERA: Corrado Giustiniani, inviato de Il Messaggero

UNIRE, INTEGRARE, CONNETTERE 
Se l’unità d’Italia la fecero un secolo e mezzo fa i Savoia, Cavour e Garibaldi con le armi e la diplomazia, oggi unire gli italiani è una scommessa ancora aperta. Forse, gli italiani bisogna ancora farli. Al paese servono infrastrutture sempre più moderne, in grado di far stare l'Italia in Europa. 
L’integrazione passa per la mobilità e la facoltà di spostarsi sulle tratte brevi e le lunghe distanze. Ma non c’è solo un problema di infrastrutture. Per favorire la partecipazione servono le Ict, gli open data, reti sempre più capillari che consentano ai cittadini di mettere in comune le esperienze e che li coinvolgano nella raccolta e condivisione delle informazioni. Le reti sono l’hardware di un software diffuso che può migliorare la qualità dei servizi e consente di sperimentare forme nuove di partecipazione. L'Europa punterà tutto sulla costituzione di una rete integrata per le persone e le merci. Il rilancio dell’Italia passa di qui.

Sala dell'Arengo
ore 15,00-16,00
Maurizio Lupi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Mauro Moretti, Ad di FS
Pietro Guindani, Presidente Vodafone
Fabrizio Solari, Segretario Confederale CGIL
MODERA: Alessandro Barbera, La Stampa

RIFORME ISTITUZIONALI: UNA SFIDA PER IL PAESE
Forse non sarà la più bella del mondo, come ha raccontato in televisione Roberto Benigni. Sicuramente in alcune parti, pure importanti, non è stata ancora applicata. Certamente va integrata o cambiata, in altre parti, per adeguarla alla realtà e alle necessità della società di oggi, a quasi settant’anni da quel 1° gennaio 1948 in cui entrò in vigore. Ma la Costituzione italiana, con quell'accordo realizzato sui princìpi e le regole fondamentali del vivere comune da forze politiche e da persone che si contrastavano duramente sulle scelte politiche del giorno per giorno, ha costituito un’impalcatura solida su cui costruire uno stato democratico, dopo vent’anni di dittatura fascista.
Il bilanciamento dei poteri è il cardine di ogni sistema democratico. Nei vari paesi questo bilanciamento ha assunto forme diverse. Semplificare ridondanze, come quella rappresentata dal bicameralismo perfetto, è possibile e probabilmente necessario. Ma la necessità di una maggiore efficienza ed efficacia della politica non deve e non può portare a semplificazioni eccessive. La democrazia è anche, e forse soprattutto, comprensione e gestione della complessità.

Sala dell'Arengo
ore 17,00-18,00 
Bruno Tabacci, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Piero Fassino, Presidente ANCI
Stefano Rodotà, professore emerito Università di Roma La Sapienza
MODERA: Maria Latella, giornalista e conduttrice televisiva

LAVORO PER RICOSTRUIRE L'ITALIA
Disoccupazione al 13%, oltre 3,3 milioni di persone in cerca di lavoro, di cui quasi 700mila giovani. Sono i dati diffusi dall’Istat, e che preoccupano. 
Tanto più se si guarda, su un altro versante, al tasso di occupazione. A febbraio al 55,2%: un passo indietro di quattordici anni. Tradotto in valori assoluti significa la perdita di mille posti di lavoro al giorno.
Numeri drammatici, che dicono non solo della gravità della crisi ma del fallimento delle politiche adottate in Italia dalla metà degli anni novanta in avanti. Politiche dirette tutte a indebolire i diritti, depotenziale la funzione dei contratti e a rendere il lavoro flessibile e precario.
Continuare su questa strada, perseverare, sarebbe davvero diabolico. Il paese ha bisogno di altro, di guardare alla piena occupazione come al suo più ambizioso traguardo, di dotarsi quindi di politiche e strumenti diretti alla creazione di lavoro: è questo l'obiettivo alla base della proposta di Piano del lavoro lanciato dalla Cgil.

Sala dell'Arengo
ore 19,00-20,00 
Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Filippo Taddei, Responsabile Economico del PD
Tito Boeri, economista
Monica Poggio, Direttore Risorse Umane Bayer Italia
Serena Sorrentino, Segretario Confederale CGIL
MODERA: Dario Laruffa, giornalista del TG2

CONOSCERE OGGI PER CONTARE DOMANI
Diritto all'istruzione e all'apprendimento permanente
Società della conoscenza: ci siamo dentro. Verso un futuro – che in realtà è già presente – dove solo chi sa potrà diventare cittadino, lavoratore e consumatore consapevole. Lo dicono e lo scrivono tutti. Ma le pratiche non sono sempre conseguenti. L’Italia, col 27 per cento di ragazzi che abbandona precocemente la scuola e il 24 per cento di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studia e non lavora, è fanalino di coda in Europa. Senza dimenticare i dati drammatici che riguardano l’analfabetismo di ritorno, con punte del 28 per cento rispetto alle competenze di lettura. Serve dunque, come chiede la Cgil, una grande “offensiva” nazionale sul diritto all’istruzione e all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e che non lasci indietro nessuno: dalla generalizzazione delle scuole per l’infanzia, all’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni fino alla formazione nei luoghi di lavoro. Non uno di meno. Nessuno deve rimanere indietro: altrimenti a rimanere indietro è l’Italia.

Piazza Tre Martiri
ore 11,00-12,00 
Diritto all'istruzione e all'apprendimento permanente
Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Intervistata della studentesse e dagli studenti della Rete degli Studenti Medi e dell’Unione degli Universitari

LE NUOVE REGOLE SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE PER RIDARE CENTRALITA' ALLA CONTRATTAZIONE
Rappresentare le lavoratrici e i lavoratori e contrattare con loro le migliori condizioni. Su questo si fonda l'esistenza del sindacato confederale. Su questa base la Cgil ha voluto e sottoscritto il Testo Unico in materia di democrazia e rappresentanza, anche per superare la lunga fase di accordi separati.
Diritto di scegliersi ed iscriversi al sindacato, diritto al contratto nazionale di lavoro, diritto al votare gli accordi per tutti i lavoratori, diritto di votare i propri rappresentanti nella RSU. Tutto questo adesso è possibile grazie al Testo Unico.
Il sindacato si misura, dando valore a quante iscritte e iscritti ha e quanti voti raccoglie con il voto per le RSU:  sono questi gli unici parametri che determinano la rappresentanza del sindacato.Con queste regole riparte la democrazia nei luoghi di lavoro e si dà forza e ruolo alla contrattazione che deve essere sempre più inclusiva e rappresentativa anche per chi oggi è escluso. 

Piazza Tre Martiri
ore 16,00-17,00 
Pierangelo Albini, Direttore per le Relazioni industriali, Sicurezza e Affari sociali Confindustria
Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio
Luigi Sbarra, Segretario confederale CISL
Paolo Carcassi, Segretario confederale UIL
Vincenzo Scudiere, Segretario Confederale CGIL
MODERA: Luca Patrignani, giornalista RAI

I COSTI DEL SOMMERSO: LAVORO E DIRITTI
Il lavoro nero priva milioni di uomini e donne dei loro diritti fondamentali. Rende più insicura e precaria la vita dei lavoratori, italiani e stranieri. E' la negazione di ogni idea di sviluppo, di qualità, di democrazia, di uguaglianza reale.
Il "nero" è una piaga del nostro paese, attraversa trasversalmente l'intero sistema produttivo, relegando nel buio dei diritti più di 3 milioni di lavoratori, che producono quasi 100 miliardi di Pil irregolare, per una quota pari a circa il 7% del nostro prodotto interno lordo.Non solo, il sommerso con la sua produzione "invisibile" di ricchezza sottrae alle casse dello Stato più di 40 miliardi di contributi evasi.
Numeri che dimostrano come il sommerso, oltre ad incidere sulla condizione dei lavoratori, è un morbo che intacca la parte sana sistema produttivo, alle prese con una competizione falsata in partenza, e che colpisce le casse stesse dello Stato.Motivi per i quali il tema è al centro, negli anni, anche in questi ultimi, dell'azione della Cgil. Per citarne alcune: dalla campagna 'Il rosso contro il nero' per arrivare a 'Stop caporalato' che sfociò, quest'ultima, nel grande risultato dell'approvazione nel 2011 di una legge che fa del caporalato un reato da perseguire.

Piazza Tre Martiri
ore 18,00-19,00 
Nunzia Penelope, autrice di “Soldi rubati”
Mario D’Alonzo, Comandante regionale Emilia Romagna, Generale di Divisione Guardia di Finanza
Francesco Greco, Procuratore Aggiunto di Milano
Danilo Barbi, Segretario Confederale Cgil