“Gli appalti sono il nostro lavoro. I diritti non sono in appalto”. Queste le parole scelte dalla Cgil per una campagna a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare sul tema che, partita lo scorso 12 febbraio, sta attraversando tutto il Paese e si concluderà alla fine di aprile. Tra i protagonisti c’è un furgone, adeguatamente bardato delle immagini della campagna. L'obiettivo è la raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge che, in estrema sintesi, propone: la garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti privati e pubblici; il contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra le imprese; la tutela dell'occupazione nei cambi di appalto.

SPECIALE APPALTI 

“La parola appalti - spiega il segretario confederale Cgil, Franco Martini - è troppo spesso legata al termine malaffare, ma dietro la 'corruttela' ci sono centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che pagano il prezzo più alto di questa deriva. Gli appalti sono infatti prevalentemente sinonimo di lavoro povero, destrutturazione del ciclo produttivo, di sfruttamento del lavoro, di assenza di diritti, di inquinamento dell’economia. Elementi che impongono una politica diversa”.

Queste quindi le ragioni di un impegno straordinario della Cgil, che si innesta in un percorso sindacale unitario che sta monitorando, sul tema appalti, il tema delle direttive europee e del disegno di legge delega di recepimento. “L'impegno del sindacato su questo fronte - precisa Martini - ricalca infatti il merito della proposta di legge della Cgil, ovvero: lotta al massimo ribasso, riduzione del numero delle stazioni appaltanti, ripristino della clausola sociale, applicazione di un contratto di riferimento, quello prevalente nel sito”. Punti che sono al centro di una campagna che mira, tra le altre cose, “al ripristino della norma sulla responsabilità solidale”.

Gli appalti sono un segmento cruciale dell'economia e del mercato del lavoro, “che va innovato e rinnovato, introducendo un sistema di diritti e di tutele”, aggiunge ancora Martini. “Gli appalti sono un cancro dell'economia - osserva il segretario confederale della Cgil -, inseriti in un'area di illegalità che si stima essere pari a 70 miliardi di euro. Bisogna riportare tutto alla luce, ricondurre tutto in trasparenza, tutelando e garantendo quei lavoratori, anche e soprattutto dalle storture del Jobs Act. Questo il nostro impegno, questo l'obiettivo della campagna”, conclude Martini.

Le tappe del viaggio. Dopo la partenza dalla Valle d'Aosta il 12 febbraio, il furgone si è spostato in Piemonte, per toccare poi tutte le regioni del Nord entro i primi di marzo: Lombardia dal 19 al 21 febbraio; Trentino Alto Adige il 23 e 24 febbraio; il 25 febbraio è stata la volta del Friuli Venezia Giulia; il Veneto il 26 febbraio con tappa a Treviso e il 27; dal 2 al 4 marzo è stata la volta dell'Emilia Romagna e dal 5 al 7 marzo della Liguria. Sarà poi il turno del Centro, fino alla fine di marzo. Il 9 e 10 marzo il furgone è in Toscana, poi in Sardegna dal 13 al 16 marzo. Per il 19 marzo è prevista una giornata nazionale di raccolta firme in tutti i luoghi di lavoro, mentre il 20 e 21 il viaggio proseguirà in Umbria, poi nelle Marche il 22 e 23, in Abruzzo il 24 e 25 e in Molise il 26 e 27 marzo. Ad aprile il furgone farà tappa nelle regioni del Sud: dal 30 marzo al 1 aprile sarà in Campania, dal 2 al 4 aprile in Puglia, arriverà in Basilicata il 5 e 6 aprile, mentre sarà in Calabria dal 9 all'11 aprile, infine la Sicilia ospiterà il furgone dal 13 al 16 aprile. La data di arrivo per la conclusione del viaggio è prevista dal 17 al 19 aprile nel Lazio.