Sciopero di quattro ore martedì 15 novembre nelle aziende del gruppo Arriva, società di trasporto pubblico locale della Lombardia. A motivare la protesta, indetta da Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, la cancellazione dei contratti aziendali e la rottura delle relazioni industriali. Il gruppo Arriva è di proprietà della Deutsche Bahn, per la quale svolge funzione di divisione per il trasporto pubblico locale fuori dalla Germania, con 55.900 dipendenti in 14 paesi europei. Nel contesto nazionale agisce attraverso la Holding Arriva Italia, che in Lombardia controlla le aziende Sab (Bergamo), Sal (Lecco), Sia e Saia (Brescia) e Km (Cremona), ognuna con un’articolazione diversa delle ore di astensione dal lavoro.

“A partire dall’estate 2016 queste aziende hanno scelto, parallelamente a legittime politiche di fusioni societarie, di rompere unilateralmente le relazioni industriali” spiega una nota di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti. E di portare avanti “una serie di atti unilaterali: disdette di accordi di secondo livello (in Sab e Sal), passaggi nei Ccnl di riferimento da Asstra ad Anav (in Sia, Km e Sab)”. I sindacati rimarcano che “non siamo in presenza di situazioni di criticità economica: in questi anni il gruppo Arriva ha realizzato in tutte le sue aziende italiane buoni risultati di bilancio”. Né ci sono state “rotture con le rappresentanze dei lavoratori, che anzi avevano dato la disponibilità a una contrattazione specifica indirizzata a modernizzare il servizio, per rispondere alle nuove esigenze di mobilità, e ad accompagnare la scelta delle fusioni tra aziende”.

La multinazionale dal trasporto ha dunque “deciso, anche per risolvere le difficoltà legate a una mancata espansione nel mercato italiano, di affrontare le gare che si terranno per definire l’affidamento del servizio sui diversi territori puntando esclusivamente a comprimere il costo del lavoro, i salari dei lavoratori e i diritti maturati nel corso di tanti anni”. Una scelta “che rischia di compromettere – proseguono i sindacati – lo stesso servizio pubblico di trasporto rivolto ai cittadini, visto che quegli accordi definiscono anche l’organizzazione del lavoro”. Ma che rischia anche “di produrre una corsa al ribasso sulle imminenti gare di affidamento del servizio: chiunque vorrà concorrere alle gare, infatti, dovrà farlo a partire da offerte che per essere competitive dovranno prevedere trattamenti addirittura sotto il Ccnl”.

I sindacati della Sab di Bergamo così spiegano le ragioni dello sciopero. “Nei mesi scorsi avevamo iniziato una trattativa con lo scopo di rivedere le percorrenze, ovvero i tempi con i quali gli autisti devono percorrere il tragitto loro assegnato, e ridurre i numerosi disservizi e ritardi che quotidianamente vengono registrati sulle linee” spiegano Marco Sala (Filt Cgil), Antonio Scaini (Fit Cisl) e Giacomo Ricciardi (Uil Trasporti): “L’azienda non solo ha rotto le relazioni industriali, ma ha cancellato gli accordi aziendali precedenti. La riorganizzazione e la riassegnazione del servizio che avverrà attraverso gare vedrà la Sab-Gruppo Arriva avere un costo del lavoro più basso rispetto ad altre aziende concorrenti: qualora dovesse aggiudicarsi il servizio, Sab però non sarà in grado di rispondere alle nuove esigenze di mobilità dei cittadini”.