Si parla tanto in questi giorni, a proposito e a sproposito, di spending review, come una sorta di panacea, il modo per trovare le risorse con cui fare fronte alle tante necessità im pellenti del paese (tra cui la riforma del lavoro). Il Corriere della Sera ha intervistato il responsabile di questa revisione delle spese, il ministro per i rapporti con il parlamento Piero Giarda. Per chiarire che cosa si sta facendo e che cosa si può fare. “La revisione della spesa è una procedura che dovrebbe costituire un dato permanente – spiega Giarda –. La nostra attenzione è concentrata sulle risorse impiegate per il finanziamento dei servizi delle amministrazioni centrali, nel complesso quindi circa 100 miliardi di euro destinati alle spese di personale, di funzionamento e ai consumi intermedi. L'obiettivo è quello di migliorare la qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese, senza aumentare la spesa, di favorire l'ammodernamento e l'efficienza della Pubblica amministrazione. Ridurre gli sprechi, le duplicazioni, favorire l'aumento di produttività”. “Ma si può fare anche di più – spiega Giarda – . La speranza è di reperire fondi da destinare alla riduzione della pressione fiscale o a misure per lo sviluppo”. In che tempi? “ll programma è di presentare entro aprile, in Consiglio dei ministri, un primo rapporto sulle criticità che stanno emergendo dall'analisi. L'avvio degli interventi concreti sarà frutto di una decisione collegiale". Insomma, bisogna attendere ancora un po'.