L’assemblea generale del sindacato dei pensionati della Cgil Puglia ha eletto questa mattina Gianni Forte nuovo segretario generale della categoria. Forte, che continuerà fino a rinnovo delle cariche a guidare anche la Cgil Puglia, succede a Giuseppe Spadaro, chiamato a dirigere la Cgil Campania.

“Questi tre anni sono trascorsi velocemente, perché non ci siamo fermati neanche per un giorno”, il saluto di Spadaro. “Sono trascorsi soprattutto con la consapevolezza di aver intrapreso, da subito, un percorso chiaro. Un percorso fatto di progetti e di obiettivi da raggiungere. Dopo tre anni possiamo dire che quella di sanare i conti è stata l’operazione più facile da portare a termine. Le regole e il rispetto dei nostri iscritti sono la base da cui partire sempre, non il punto di arrivo. In questo sono stato aiutato da un gruppo dirigente che ha lavorato con coesione, in grado di essere unito nelle scelte, anche davanti a difficoltà importanti. Resta qui un’organizzazione che ha intrapreso un progetto che mette al servizio le nostre competenze presenti per costruire un futuro gruppo dirigente. Parlo della formazione dei 500 quadri e delegati, fatto insieme alla Cgil: la sintesi della confederalità e della territorialità”.

Ai lavori ha partecipato il segretario generale dello Spi Cgil nazionale, Ivan Pedretti. A lui il compito di proporre all’assemblea il nome di Gianni Forte, “che siamo certi sia figura autorevole, assolutamente in grado di dare continuità al lavoro svolto da Spadaro in questi anni, che ha consolidato l’azione di rappresentanza della nostra categoria in forte collaborazione con il livello confederale. Forte è compagno dalla lunga esperienza nel territorio, che è il luogo dove rafforzare la nostra presenza e l’impegno nella contrattazione sociale”.

Da Gianni Forte è arrivato il ringraziamento alla segretaria nazionale dello Spi per l’attestato di fiducia, “che voglio onorare con entusiasmo. Viviamo un periodo di paure ed egoismi, alimentati da un arretramento dello Stato. La mancanza di lavoro, il taglio al welfare, spingono a chiudersi, a perdere fiducia in azioni possibili di cambiamento. Lo Spi deve rappresentare l’esatto opposto: un luogo di inclusione e di capacità programmatica e di mobilitazione per vincere quella solitudine ed essere forza di cambiamento. Penso ad esempio al tema del diritto alla salute che incrocia il piano di riordino in corso nella nostra regione, dove dobbiamo avere una capacità di analisi generale, guardando all’obiettivo finale: avere accesso alle cure con una qualità dei servizi nei territori. Penso ancora alla contrattazione sociale, che è il momento per tenere dentro quelle istanze e quell’impegno allargato, collettivo. Dare risposte ai bisogni degli anziani, garantendo tutela collettiva e anche individuale anche attraverso i servizi Cgil, che devono essere sempre più efficienti e al minor costo possibile. Abbiamo una grande ricchezza, che è quella dell’insediamento territoriale, e dove non ci sono le sedi confederali ci sono le leghe. Dobbiamo difendere questo patrimonio, che da sempre è al servizio dei più deboli”.